mercoledì 15 maggio 2013

CORRETTEZZA DEGLI ESAMI: NON È SOLO QUESTIONE DI TECNOLOGIA

Della lettera dell’Anp al Ministro con cui Giorgio Rembado chiede in sostanza di fare tutto il possibile per evitare che gli esami di Stato siano una barzelletta, i giornali e i siti web mettono soprattutto in evidenza, specie nei titoli, la proposta di utilizzare i rilevatori di cellulari e quella di vietare ai siti la pubblicazione in tempo reale di traduzioni e soluzioni dei problemi. Ma, come giustamente fa notare il presidente dell’Anp, c’è anche un altro versante, non meno decisivo: quello di ridurre a zero la trascuratezza e l’indulgenza nei controlli di una parte dei commissari. Cioè una questione di etica professionale, grande assente nel dibattito pubblico sulla scuola, benché base indispensabile del suo buon funzionamento. E lo diciamo avendo ricevuto in questi anni decine e decine di testimonianze di colleghi che prendono sul serio il loro ruolo di pubblici ufficiali nonché quello di educatori.
Viene poi valorizzata l’obbiezione finanziaria del sito Skuola.net, che presuppone l’acquisto di un rilevatore per ogni classe (spendendo dai 450 mila a 2 milioni e duecentomila euro), quando ne basterebbero per cominciare uno o due per scuola; al cui acquisto potrebbero anche provvedere gli istituti sede d’esame, con la possibilità di utilizzarli anche durante l’anno. Venti o quaranta euro di esborso per la serietà della scuola se li possono permettere persino le disastrate casse delle scuole italiane.
Lo stesso sito, come abbiamo già rilevato ieri, considera poi sufficiente l’autoregolamentazione un po’ furbesca che limiti il divieto di pubblicazione delle prove al “tempo minimo di consegna”; e perché non fino al termine dell’orario d’esame?
Ne parlano tra gli altri La Repubblica, con un servizio di Corrado Zunino, e QN, parecchio sbilanciato dalla parte di Skuola.it. (GR)

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domenica 12 maggio 2013

UN PASSO AVANTI PER LA FORMAZIONE PROFESSIONALE IN TOSCANA

La Regione Toscana ha aperto agli Istituti alberghieri la possibilità di sperimentare in alcune prime classi, dal settembre 2013, il cosiddetto percorso professionale “complementare”. A differenza di quello “integrato”, che prevede solo una  molto parziale individualizzazione in senso laboratoriale per gli studenti in difficoltà, il complementare è un vero e proprio corso professionale autonomo, della durata di tre anni, con molte più ore di laboratorio e meno di altre materie più teoriche, al termine del quale viene rilasciata una qualifica utile per entrare nel mondo del lavoro. Chi vuole può anche rientrare nel normale percorso quinquennale di istruzione professionale. Insomma, esattamente la proposta che facemmo nel convegno fiorentino del novembre 2009, poi fatta propria nella primavera successiva da ottantasette presidi toscani con una lettera aperta in vista delle elezioni regionali. La novità è veramente importante e va dato atto agli assessorati competenti di aver avuto il coraggio, così poco frequente nell’establishment politico-amministrativo italiano, di rivedere le proprie posizioni; e questo tanto più va riconosciuto considerando nella sinistra l’ostilità verso la formazione professionale, specie per chi esce dalla scuola media, continua a essere ancora vastissima, come testimonia anche il recente programma elettorale del Pd. Peraltro neppure le forze politiche di opposizione hanno preso in questi anni su questa materia qualche iniziativa, né mi risulta che almeno le abbiano dedicato dei momenti di approfondimento. Intanto godiamo di questa bella novità, augurandoci che il nuovo percorso possa davvero intercettare  le  attese e  le  aspirazioni di quei ragazzi che si sentono maggiormente portati per la  formazione professionale. Sarà importante che tutte le classi coinvolte vengano costantemente monitorate, anche per poter portare dei correttivi qualora questi si rendessro opportuni. E auguriamoci che i tassi di bocciatura nelle prime e nelle seconde classi degli alberghieri possano subire una sensibile flessione. (VV)
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martedì 26 marzo 2013

PIRANI TORNA ANCORA SUL NODO VALUTAZIONE

Mario Pirani torna a parlare di scuola, come ha fatto tante volte meritoriamente: valutazione, mancanza di ispettori in Italia, selezione in base al merito nelle iscrizioni a scuole superiori con eccesso di iscritti. Con l’occasione chiarisce correttamente che il Manifesto dei 500, da lui criticato nella scorsa “Linea di confine”, non ha niente a che fare con il Gruppo di Firenze. A proposito della nostra opinione sul “concorsaccio” di Berlinguer, il passaggio che ne parla è tuttavia risultato poco chiaro, tanto da far pensare erroneamente che il nostro giudizio sull’iniziativa di Berlinguer sia positivo. Essere favorevoli alla valutazione dei docenti non significa però accettare qualsiasi modalità venga proposta. E anche il retribuire di più chi fa lo stesso tipo di lavoro può innescare dinamiche negative nel corpo docente, come ha dimostrato l’esperienza inglese. (GR)  Leggi.
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mercoledì 20 marzo 2013

PICCOLI ESTORSORI CRESCONO. PER DON CIOTTI È COLPA DELLA SCUOLA

Tre giovani studenti  di Pontassieve, ispirandosi a qualche film, ma forse anche a fatti reali, hanno cercato, per fortuna senza successo, di  trasformarsi in baby estorsori. Interpellato dal “Corriere Fiorentino”, don Luigi Ciotti, a Firenze per la marcia di “Libera”, ha individuato immediatamente i veri colpevoli: naturalmente la scuola e in generale la cultura che “ non sveglia le coscienze”.

Pontassieve non è il Bronx. Casomai è un paese che non ha più niente del “ paese di una volta” e la scuola, addirittura quella superiore, è a portata di mano e non obbliga più i ragazzi ad andare a Firenze alzandosi alle sei del mattino. Nonostante  questo,  a differenza dei loro compagni di tanti anni fa, anche la scuola di Pontassieve è tuttavia vissuta da qualcuno di questi ragazzi come un castigo.  Forse per qualcuno di loro sarebbe diverso   se avesse a portata di mano  la possibilità di dimostrare la sua bravura in qualche autentico percorso professionale. La scuola, invece, da qualche decennio – e per volontà di poco lungimiranti legislatori – ha avuto il compito di sostituirsi praticamente alla vita: innanzitutto alle famiglie, che spesso non sono in grado di gestire la trasgressiva voglia di autonomia che certi ragazzi rivendicano in anticipo e senza rispettare le “tappe” scandite dai riti e dai ritmi normali della loro crescita. E la scuola è chiamata a tappare le falle della classe politica, che non è stata in grado di pensare ad una società ove i ragazzi avessero i loro spazi e i loro ruoli anche al di fuori della scuola stessa; molto più facile, per gran parte del nostro dozzinale ceto politico, delegare alle scuole il compito di gestire il tempo libero dei bambini e dei ragazzi destinandole così ad essere una sorta di surrogato degli oratori che un tempo funzionavano, eccome, sia a Pontassieve che in altri paesi. Insomma, è come se    fosse possibile entrare nella vita quasi esclusivamente attraverso il tempo segnato dal suono della campanella.  Naturalmente quando accadono fatti come quelli riportati sabato scorso dalla stampa, non solo locale, ecco pronta la più banale, retorica, scontata e avvilente delle spiegazioni: la scuola non è stata in grado di fare la propria parte ed è nella scuola che si devono trovare le responsabilità a tutte le problematiche che attossicano, è proprio il caso di dirlo, la vita di tanti ragazzi. In questa banalità è incorso anche don Ciotti che sul “Corriere Fiorentino” si è lasciato andare alla seguente dichiarazione “In questi momenti bisogna chiederci qual è il ruolo della scuola e della cultura, una cultura che deve svegliare le coscienze”. Ecco, se don Ciotti si fosse limitato ad esecrare il comportamento dei ragazzi (avranno pur loro, insieme alle rispettive famiglie, delle responsabilità, se gli altri loro compagni, per fortuna la stragrande maggioranza, se ne guardano bene dall’andare a chiedere il pizzo ai negozianti!), avrebbe  reso un servizio migliore alla “persuasione” piuttosto che, come ha invece fatto, alla rettorica. Perché se c’è una scuola, almeno in Toscana, che rappresenta un modello per l’impegno che  profonde nella formazione civile dei ragazzi è proprio quella di Pontassieve. In particolare il collega che dirige  l’istituto da cui provenivano i tre studenti  emuli di un trito modello camorristico ( forse grazie a qualche pessimo serial televisivo) è per me e per molti altri un vero e proprio punto di riferimento per come  è attento alla crescita civile e morale dei “suoi” studenti. Anni fa è stato il primo, e forse ancora oggi l’unico, ad attuare un progetto finalizzato a recuperare, nei bar e alla stazione, i ragazzi che marinavano la scuola; ed è una persona che della scuola ha fatto una ragione di vita. Mentre don Ciotti si lasciava andare a quelle banalissime riflessioni sopra riportate, quel dirigente scolastico stava sfilando con molti dei suoi studenti nel corteo organizzato a Firenze proprio da “Libera”. Questo Paese, non solo Pontassieve naturalmente, deve molto alle persone come don Ciotti, ma anche al lavoro costante, duro e silenzioso di persone comuni e prive di notorietà, convinte che lavorare bene significa lavorare pensando anche al bene degli altri e che il bene degli altri lo si fa anche misurando le parole.  Tra questi vi è senz’altro il mio collega del Balducci.  Conoscendolo da molti anni, non gradirebbe che qui venisse fatto il suo nome, tanto poco ha a cuore la notorietà.  Certamente gradirebbe, come me, che del mondo scolastico si parlasse  evitando di ricorrere a pregiudizi e a banalità offensive  come ha fatto in questa occasione il fondatore di “Libera”.  (VV)

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mercoledì 6 marzo 2013

LA RISPOSTA ALLA LETTERA APERTA AI PARTITI DI ERIKA FRANCHI E TOMMASO VILLA DEL PDL TOSCANO

Premesso che la scuola è per definizione una cosa “seria”, altrimenti non è scuola, apprezzo lo sforzo che il Gruppo ha profuso per la predisposizione del documento sottoscritto da numerosi esponenti di rilievo della società civile e tento di dare risposte sintetiche a domande, altrettanto sintetiche, che aprono però scenari di ampiezza sconfinata.

1. Riconoscimento del lavoro degli insegnanti. Saranno riconosciute agli insegnanti la difficoltà e la delicatezza della loro professione o si continuerà ad additarli all’opinione pubblica come lavoratori part time, come dimostra il recente tentativo del governo di aumentare di un terzo l’orario di cattedra?
Il riconoscimento sociale ed economico della categoria passa attraverso la riconquista da parte dei singoli del proprio ruolo morale, professionale e sociale. Per questo la professione docente non può più essere considerata un ammortizzatore sociale, ma deve diventare protagonista riconosciuta del sistema di istruzione e formazione dei giovani. In sintesi: più professionalità, maggior carico di lavoro, maggior retribuzione corrispondente e politiche di qualità del servizio e non di mera occupabilità.
Ricordo che la proposta del governo di centrodestra prevedeva un incremento del tempo dedicato alla lezione frontale, ma anche un congruo riconoscimento economico. L’attuale permanente proletarizzazione, frutto di politiche sindacali esclusivamente tendenti ad allargare la base occupazionale, non può certo contribuire a cambiare la visione del docente nell’opinione pubblica.

2. Libertà metodologica. Verrà assicurata agli insegnanti la piena libertà di scegliere le metodologie che ritengono più efficaci o si cercherà di imporre teorie calate dall’alto, come è successo negli ultimi decenni?
Siamo favorevoli alla libertà metodologica, quale elemento caratterizzante delle scelte educative, ovviamente se sostenuta da un aggiornamento costante dei docenti, anche di tipo individuale, ma comunque nell’ambito di obiettivi condivisi a livello nazionale coerenti con i modelli europei. Pertanto, anche in questo caso, non si può prescindere dalla misurazione degli standard e dalla valutazione delle performance.

3.  Funzione del docente. Si intende valorizzare il ruolo dell’insegnante come guida nella scoperta del nostro mondo e del suo patrimonio culturale oppure trasformarlo, come ha sostenuto di recente anche il ministro Profumo, in un “facilitatore” dell’autoapprendimento degli allievi?
La funzione dei docenti è delicata, multiforme e complessa, tale da non potersi concludere in una singola funzione o una generica definizione di “scoperta del nostro mondo” o di “trasferimento di patrimoni culturali” o di semplici azioni di “facilitazione”. Essa è tutto ciò e molto altro ancora, ovviamente se intrapresa con la coscienza del ruolo e della funzione, coscienza che non si può coniugare con una massificazione indistinta del ruolo del docente ed una pauperizzazione della sua figura.
Il concetto di facilitatore, non certo dell’autoapprendimento, bensì dell’apprendimento, rappresenta comunque una parte innovativa e fondamentale della funzione docente, fondamentale per l’inserimento dei giovani nel contesto sociale e nel mondo del lavoro in particolare. Questa funzione diventa fondamentale in un contesto multiculturale qual è quello che si prospetta nel nostro Paese.
 
4.  Priorità nella valutazione di docenti e dirigenti. È più giusto e più utile alla qualità della scuola garantire a tutti gli allievi degli insegnanti e dei dirigenti adeguati – prevedendo in caso contrario i provvedimenti opportuni – o limitarsi a premiare quelli eccellenti, che continueranno comunque a lavorare bene?
La valutazione deve essere vista come un’opportunità di crescita individuale e collettiva.
Non esiste un’eccellenza astratta, ma una conformità dei risultati conseguiti agli obiettivi prefissati collegati alla mission della scuola. I docenti devono essere sostenuti nei percorsi di miglioramento individuale al fine di garantire standard di sistema che consentano a tutti i giovani di conseguire le competenze atte a competere sul mercato globale e ad interagire correttamente nel contesto sociale.
L’eccellenza consiste, nella nostra visione, nella capacità di ottenere risultati che garantiscano il massimo successo e quindi la massima efficacia dell’azione formativa in funzione degli obiettivi fissati per i diversi segmenti formativi. L’eccellenza è anche riuscire ad evitare la dispersione scolastica in contesti difficili, favorire l’alfabetizzazione dei “nuovi italiani”.
In quanto al premio mi pare che l’attuale sistema retributivo non preveda premi per nessuno. Iniziare a premiare chi raggiunge gli obiettivi e chi si impegna per il loro raggiungimento è utile per gli studenti, utile per la società e costituisce una forte leva motivazionale per docenti e dirigenti.

5. Valutazione degli istituti. Per avere scuole che funzionino è più sensato attivare regolari controlli ispettivi sulla loro efficienza e correttezza o complessi e costosi sistemi di valutazione?
Premesso che gli ispettori – in questo momento storico – sono pochi ed in via di progressiva riduzione, essi svolgono ruoli di indagine e supporto. Per competere sul mercato globale è invece fondamentale che il sistema sia in grado di misurare  le prestazioni individuali e delle singole istituzioni scolastiche in chiave europea. Il confronto con i sistemi formativi degli altri Stati dell’Unione non può essere evitato e deve essere “misurato” con strumenti omogenei.
La valutazione ispettiva è soggettiva e al massimo si può limitare alla misurazione dell’efficienza formale, la valutazione di sistema è invece legata alla misurazione del livello di efficacia del sistema di istruzione che la singola scuola è in grado di conseguire.
Un sistema efficiente è corretto in quanto perfettamente funzionante può essere assolutamente inefficace se non consegue agli standard di sistema previsti a livello nazionale ed europeo. E’ ovvio che per tenere sotto controllo la adeguatezza rispetto agli standard il modello organizzativo non è semplice ed è certamente strutturato, ma la sua funzione della valutazione è quella di fornire alle scuole ed ai singoli docenti e dirigenti le informazioni utili per pianificare piani di miglioramento e gli interventi corrispondenti. In questa logica possono trovare spazio nuove figure di supporto che poco però hanno a che spartire con la “vecchia” figura dell’ispettore-censore.

6.  Dare valore alla formazione professionale. L’insuccesso scolastico di tanti ragazzi all’inizio delle superiori si combatte ampliando il numero delle scelte possibili, compresa una qualificata formazione professionale, o obbligandoli tutti a un biennio comune, come sostengono alcuni?
Il modello della formazione professionale è un modello complesso in quanto lega strettamente l’offerta formativa con la domanda di lavoro. Un corretto modello di formazione professionale dovrebbe rovesciare la relazione: è la domanda di lavoro che determina l’offerta formativa e non viceversa, perlomeno nelle sue componenti specialistiche e vocazionali, cui vanno associati gli elementi formativi di base. Questo richiede un modello orientativo precoce, una rivalorizzazione del lavoro – compreso quello manuale – quale valore positivo del posizionamento sociale.
Certo che in un paese in cui gli operai hanno i salari più bassi d’Europa, pensare al lavoro manuale, al “mestiere”, come elemento positivo di qualificazione sociale rimane certamente ancora utopico.

7. Aggiornamento. L’aggiornamento degli insegnanti, elemento indispensabile per la crescita professionale, sarà finalmente basato sullo scambio sistematico di esperienze tra chi opera sul campo oppure soltanto sul contributo di esperti (che poi non sempre si rivelano tali)?
L’aggiornamento costituisce l’elemento portante di tutte le professioni. Un professionista che non si aggiorna perde rapidamente le sue competenze e diventa obsoleto come le sue teorie.
Contratti collettivi paralizzanti hanno reso la professione docente una riserva di lavoro a basso costo, completamente deprivato dalla valorizzazione delle competenze individuali. In tale contesto l’aggiornamento è diventato una pratica invisa in quanto un professionista competente aumenterebbe il suo valore sul mercato e ciò rappresenta un controsenso rispetto all’attuale sistema retributivo basato quasi esclusivamente sull’anzianità e non sulla competenza. Pertanto prima di parlare di quale modello di aggiornamento è necessario rivalutare l’aggiornamento quale pratica essenziale della funzione docente valutabile ai fini retributivi in quanto elemento fondamentale della performance individuale e collettiva. Si parla da decenni di “longlife  learning”: sembra che questo concetto sia alla base di tutte le strategie di sviluppo delle società (e sicuramente lo è): stranamente esso sembra sradicato proprio dalla professione fondamentale per il “learning”, quella dell’insegnante.
Quale scambio di esperienze si può avviare fra soggetti per i quali l’aggiornamento non costituisce un valore riconosciuto a livello sistemico?

8.  Educare i ragazzi alle regole. Nei programmi dei partiti si dirà con chiarezza che insegnare ed esigere il rispetto delle regole è indispensabile per un proficuo lavoro scolastico e per la formazione dei futuri cittadini oppure si continuerà a sottovalutare questa fondamentale esigenza?
Il PdL ha sempre considerato le regole quali elementi fondanti della convivenza sociale. Le regole sono per noi la base del sistema familiare che costituisce, o perlomeno costituiva fino a qualche anno fa, la struttura portante della società italiana. Una malinterpretata e pertanto devastante, interpretazione della “libertà” ha portato alla relativizzazione di questo modello e pertanto alla relativizzazione delle regole che da esso promanavano. Di questa relativizzazione hanno risentito tutti gli aspetti della società. La scuola, che costituisce uno dei gangli più sensibili della società ed anche uno dei più fragili per un insieme di elementi che in piccola parte abbiamo evidenziato anche nelle risposte precedenti, ne ha risentito in maniera drammatica diventando la cassa di risonanza di contraddizioni e conflitti nati fuori che sono esplosi al suo interno. Il rispetto delle regole passa attraverso il recupero del concetto di responsabilità individuale, prima di tutto da parte di docenti, dirigenti ed operatori della scuola che attraverso l’esempio, in primis, sono e devono essere i testimoni di regole basilari di cittadinanza e di rispetto che sole possono condurre i giovani al riconoscimento del valore delle regole stesse. In questa direzione si inserisce la rivalutazione del voto di condotta quale strumento che misuri il livello di capacità di adesione degli studenti alle regole.
Insegnare le regole comunque si fa con l’esempio. Questa è la principale responsabilità che tutti, ma in particolare chi agisce nel mondo dell’istruzione, hanno nei confronti delle giovani generazioni.
Le regole non sono frasi scritte su pezzi di carta, sono l’agito portato avanti con certosina pazienza, con quotidiana, caparbia risolutezza.

9. Uso e abuso dei test. Dei test Invalsi che valutano l’apprendimento si pensa di fare un uso limitato all’accertamento delle competenze di base o di estenderne impropriamente l’uso, con il concreto rischio di  trasformare la didattica  in un addestramento alla soluzione dei test?
Modelli educativi ben più performanti del nostro si basano sul modello del test. Il problema non è l’uso che facciamo dei test, quanto il contesto in cui li utilizziamo. Il modello valutativo della scuola italiana è basato sull’identità fra “maestro” e “misuratore dell’apprendimento”. Il “maestro” è abituato al suo metodo di proposta e quindi utilizza strumenti di misura adatti al “suo” modello.
Il test nasce in sistemi educativi dove le figure del “maestro” e del “valutatore” sono distinte. Le uniche valutazioni che competono al “maestro” sono quelle di carattere formativo. Per il resto egli non è l’antagonista del suo allievo, bensì l’alleato nel tentativo di superare lo scoglio della valutazione finale. Il test è solo lo strumento con cui è possibile valutare performance individuali, d’istituto, del sistema formativo territoriale. Ovviamente ciò che è deleterio è invece il test “fai da te”.  E’ negativo abusare del test per compiere valutazioni di carattere formativo che hanno scopi diversi da quello per il quale i test devono invece essere somministrati.

10.  Il ministro. Si potrà avere un ministro che conosca veramente i problemi della scuola, che si metta al suo servizio e attui un programma di concreti provvedimenti per renderla più seria, efficace e dotata di strutture adeguate?
Nel centrodestra i ministri dell’istruzione, seppur vituperati da una certa retorica di regime, hanno sempre condotto azioni mirate al miglioramento del sistema formativo. Le uniche riforme del sistema di istruzione portate a compimento dagli anni Settanta ad oggi portano il nome di ministri del centrodestra. Le proposte di riforma ancora giacenti in parlamento ed osteggiate dal regime consociativo portano il nome di viceministri del centrodestra. I tentativi di riforma del centrosinistra sono caduti tutti sotto il “fuoco amico” di quello stesso consociativismo. La domanda pertanto è mal posta, essa dovrebbe suonare così: riuscirà il nuovo governo a scardinare la ragnatela di interessi consociativi che da quarant’anni stanno demolendo la qualità della scuola italiana ed a salvarla?

 Erica Franchi (candidata per il PdL alla Camera dei Deputati), Tommaso Villa (consigliere regionale)

 

lunedì 25 febbraio 2013

FRANCESCA PUGLISI, RESPONSABILE SCUOLA DEL PD, RISPONDE ALLE DOMANDE DELLA LETTERA APERTA

1.    Riconoscimento del lavoro degli insegnanti. Saranno riconosciute agli insegnanti la difficoltà e la delicatezza della loro professione o si continuerà ad additarli all’opinione pubblica come lavoratori part time, come dimostra il recente tentativo del governo di aumentare di un terzo l’orario di cattedra?

Nel programma del PD abbiamo scritto che occorre restituire alla scuola risorse, fiducia e stabilità, restituendo prestigio sociale agli insegnanti.  Abbiamo contrastato in Parlamento la proposta del Governo Monti di aumentare a 24 le ore di lezione frontale, proprio perché non teneva in alcuna considerazione il resto del lavoro svolto dagli insegnanti, che è fatto di correzione dei compiti, ricerca didattica, preparazione delle lezioni, etc. e avrebbe semplicemente fatto far cassa allo Stato, con il licenziamento di migliaia di insegnanti precari. Il riconoscimento del lavoro degli insegnanti deve passare anche attraverso la discussione del nuovo contratto nazionale di lavoro, che coinvolgerà pienamente le scuole e le parti sociali. Vogliamo che sia valorizzata anche la formazione in servizio e l’impegno che molti mettono a disposizione delle scuole e degli studenti, che troppo spesso oggi non viene riconosciuto in busta paga.

 2.    Libertà metodologica. Verrà assicurata agli insegnanti la piena libertà di scegliere le metodologie che ritengono più efficaci o si cercherà di imporre teorie calate dall’alto, come è successo negli ultimi decenni?

Basta riforme calate dall'alto. Sì alla piena realizzazione dell'autonomia organizzativa e didattica delle autonomie scolastiche, dotandole di risorse umane (organico funzionale) e finanziarie stabili. L'obiettivo per tutti deve essere: combattere la dispersione e migliorare i livelli di apprendimento e competenza degli studenti.

3.    Funzione del docente. Si intende valorizzare il ruolo dell’insegnante come guida nella scoperta del nostro mondo e del suo patrimonio culturale oppure trasformarlo, come ha sostenuto di recente anche il ministro Profumo, in un “facilitatore” dell’autoapprendimento degli allievi?

Le guide oggi servono, eccome, per districarsi nella marea di informazioni che i nostri ragazzi acquisiscono fuori dalle aule scolastiche (il 70%di ciò che sanno, ci dicono i dati, arriva dall'esterno). La scoperta del mondo non può essere una corsa in solitaria, ma un cammino collettivo, in cui l'educatore/docente non è tanto un erogatore di conoscenza, quanto, appunto, una guida alla conoscenza. Vogliamo investire nella formazione in servizio degli insegnanti per innovare la didattica. Perché le tecnologie, su cui si è fatta molta propaganda negli ultimi 5 anni, possono essere utili strumenti se usate a servizio di una nuova didattica, altrimenti restano inutili elementi scenografici.

4.    Priorità nella valutazione di docenti e dirigenti. È più giusto e più utile alla qualità della scuola garantire a tutti gli allievi degli insegnanti e dei dirigenti adeguati – prevedendo in caso contrario i provvedimenti opportuni – o limitarsi a premiare quelli eccellenti, che continueranno comunque a lavorare bene?

Pensiamo che il sistema di valutazione sia stato usato nel modo sbagliato. Per punire [?] o premiare, tra l'altro basandosi su criteri opinabili, come la reputazione individuale. Il fallimento di tali progetti di valutazione dimostra la pochezza degli stessi. Crediamo, invece, che il sistema di valutazione debba essere utilizzato come strumento per accompagnare il sistema scolastico verso il miglioramento, anche attraverso la diffusione di buone pratiche didattiche.

5.    Valutazione degli istituti. Per avere scuole che funzionino è più sensato attivare regolari controlli ispettivi sulla loro efficienza e correttezza o complessi e costosi sistemi di valutazione?

I controlli ispettivi sono utili se aiutano a migliorare. Il bastone e la carota servono, forse, per addestrare gli animali, non per migliorare la scuola. Un sistema di valutazione forse è costoso, ma è indispensabile, perché è il giusto contraltare all'autonomia scolastica. Non crediamo a sistemi che valutino il singolo docente o dirigente scolastico, quanto, invece, a valutazioni che servano a far raggiungere a ciascuna scuola il massimo del proprio potenziale, accompagnandola verso il miglioramento, con l’istituzione di un unico Istituto Nazionale per la Valutazione e la Ricerca Educativa che sostenga le scuole, diffondendo le buone pratiche didattiche. Quindi, la valutazione deve essere riferita alla scuola nel suo insieme e basarsi su indicatori di apprendimento degli studenti, osservazione diretta di esperti, analisi dell'efficacia della scuola per gli sbocchi educativi o lavorativi successivi. Stiamo guardando al modello francese, dove le rilevazioni sono su base campionaria.

6.    Dare valore alla formazione professionale. L’insuccesso scolastico di tanti ragazzi all’inizio delle superiori si combatte ampliando il numero delle scelte possibili, compresa una qualificata formazione professionale, o obbligandoli tutti a un biennio comune, come sostengono alcuni?

Dobbiamo partire dall'idea che la scuola serve a formare cittadini, offrendo a ciascuno le opportunità per sviluppare appieno la propria personalità e arrivare al successo formativo e scolastico. Una scuola che seleziona precocemente i giovani, non fa altro che rivelarsi la peggiore prigione di questa società, immobilizzandola con le catene del censo, dell'origine geografica o familiare, delle possibilità economiche. Ogni alunno bocciato o definito ‘somaro’ è un alunno che probabilmente a 16 anni sparirà nel buco nero della dispersione scolastica, ed è questo il vero ‘scandalo’. Quasi il 20% degli studenti sedicenni, in obbligo di istruzione, abbandona anticipatamente il sistema formativo. Un quarto degli studenti non consegue un titolo di istruzione di secondaria superiore, in altre parole solo il 75% degli studenti consegue  un diploma o una qualifica contro una media dell’88% della Francia e del 90% della Germania. Serve un biennio unitario (e non 'unico') e un triennio di Indirizzo per permettere agli studenti di compiere scelte mature e consapevoli, con materie comuni tra gli indirizzi e opzioni individuali.
Dobbiamo, sì potenziare la formazione tecnica e professionale, ma non per gettarci dentro tutti coloro che a sedici anni riteniamo indegni di un liceo [!]. Vogliamo, e impegneremo risorse per questo, che gli istituti Tecnici e Professionali abbiano la qualità, gli standard tecnologici e lo status sociale di un qualsiasi liceo. 18 regioni su 20 hanno scelto modelli integrati di formazione e istruzione professionale, in cui i ragazzi e le ragazze, anche se iniziano con la formazione professionale, possono scegliere anche di rientrare nel percorso dell’istruzione. L’importante è che escano tutti con una qualifica e che, attraverso esperienze di alternanza scuola/lavoro, trovino la strada per la propria vita.

7.    Aggiornamento. L’aggiornamento degli insegnanti, elemento indispensabile per la crescita professionale, sarà finalmente basato sullo scambio sistematico di esperienze tra chi opera sul campo oppure soltanto sul contributo di esperti (che poi non sempre si rivelano tali)?

L'aggiornamento degli insegnanti deve essere fatto attraverso lo scambio di buone prassi, attraverso la conoscenza e messa in pratica di altre esperienze. Questo è per noi un aspetto fondamentale della formazione in servizio e ci impegneremo affinché tali scambi non sia demandati alla buona volontà di qualche docente, ma diventino sistema solido e periodico di aggiornamento e confronto fra scuole.

8.    Educare i ragazzi alle regole. Nei programmi dei partiti si dirà con chiarezza che insegnare ed esigere il rispetto delle regole è indispensabile per un proficuo lavoro scolastico e per la formazione dei futuri cittadini oppure si continuerà a sottovalutare questa fondamentale esigenza?

“L'uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o se ascolta i maestri lo fa perché sono dei testimoni” (Paolo VI). Diciamo che i nostri ragazzi purtroppo non hanno ricevuto fulgidi esempi nella vita pubblica di rispetto delle regole. Uno degli impegni che il Partito Democratico assume è il rispetto dell’art.54 della Costituzione che “Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore”. La scuola è il primo luogo dove si deve “educare alla legalità” e al rispetto delle regole.

9.    Uso e abuso dei test. Dei test Invalsi che valutano l’apprendimento si pensa di fare un uso limitato all’accertamento delle competenze di base o di estenderne impropriamente l’uso, con il concreto rischio di  trasformare la didattica  in un addestramento alla soluzione dei test?

Credo che i test Invalsi debbano essere a campione e non far parte delle prove di esame di terza media, perché davvero rischiamo che a scuola  si finisca per studiare come riuscire a superare i test?

10.    Il ministro. Si potrà avere un ministro che conosca veramente i problemi della scuola, che si metta al suo servizio e attui un programma di concreti provvedimenti per renderla più seria, efficace e dotata di strutture adeguate?

Se i cittadini e le cittadine affideranno al PD il governo del Paese, il ministro, chiunque sia, non solo sarà al servizio del mondo della scuola, ma si troverà intorno un governo che, a differenza di quello Berlusconi prima e Monti poi, avrà la massima considerazione per il sistema nazionale di istruzione, smettendo finalmente di considerare la scuola un luogo arrendevole dove praticare tagli e risparmi senza che dal Miur si levasse la più flebile voce di protesta. Vogliamo un Ministro che sappia dare valore all’autonomia scolastica e che sappia ascoltare, lavorando con le scuole, per raggiungere in 7 anni l’obiettivo di dimezzare la dispersione scolastica, alzando i livelli di istruzione della popolazione italiana.
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giovedì 21 febbraio 2013

LE "SCUOLE 2.0". INFATUAZIONI MODERNISTE E TENTAZIONI GIACOBINE

Spazi aperti e “riconfigurabili”, pareti scorrevoli, tavoli componibili invece dei banchi, pouf, tappeti, “atelier”, “agorà” per feste, spettacoli e assemblee, spazi relax. E naturalmente via le cattedre e, invece dei corridoi, ecco le “aree connettive”. Non è un numero di "Architectural Digest", sono le Linee guida per la costruzione dei nuovi edifici scolastici varate dal Ministero della Pubblica Istruzione e illustrate su “La Repubblica” di oggi. Date le priorità che il buon senso suggerirebbe per la scuola italiana, viene in mente la famosa risposta delle brioches che Maria Antonietta non ha mai dato.
Le “scuole 2.0” sono copiate dai paesi nordici, dove, tra parentesi, prevalgono scolaresche educate, in grado di consentire il lavoro a chi si trova nell’“area riconfigurata” accanto. E tutt’altro che da trascurare è l’esigenza che hanno i ragazzi, e soprattutto i bambini, di uno spazio ben definito che possano sentire come proprio (ovviamente luminoso, ampio, pulito e ben attrezzato).
Dietro l’infatuazione modernista per le architetture scandinave è difficile non vedere la determinazione giacobina con cui si tenta di imporre ai docenti italiani il ruolo di facilitatori dell’auto-apprendimento. Per ottenere la rinuncia alla famigerata “lezione frontale” (peraltro ampiamente usata dai suoi detrattori per screditarla) si vorrebbero organizzare gli spazi in modo da renderla quasi impossibile. Tutti, però, abbiamo assistito a lezioni noiose e a lezioni affascinanti. E un insegnante che si veda imporre, direttamente o indirettamente, metodi in cui non si trova a proprio agio, non può che trovarsi in  difficoltà e demotivarsi. C’è invece bisogno della più ampia libertà di utilizzare il metodo che funziona per quell’argomento, per quei ragazzi, in quel momento. E un ministero degno di questo nome, cioè al servizio della scuola, dovrebbe aiutare gli insegnanti a mettere insieme e ad aggiornare di continuo una “cassetta degli attrezzi” la più varia possibile, in modo da saper affrontare con efficacia situazioni e argomenti diversi. Ciò di cui è difficile fare a meno senza danno è la figura di un insegnante che padroneggi e ami la sua materia, che abbia la capacità di trasmetterla coinvolgendo e interessando i suoi studenti; con i mezzi più diversi, certo, ma non delegando a internet il suo ruolo.
A questo proposito, vorrei concludere con quello che Rosario Salamone, per diversi anni preside nelle scuole di Roma, mi raccontava qualche giorno fa. Quando, da giovane docente di filosofia, insegnava al Liceo Tasso, la fama delle sue “lezioni frontali” si sparse per la scuola, tanto che vi assistevano spesso una quarantina di studenti trasmigrati da altre classi (fino a quando gli altri docenti non si spazientirono). Avrebbe sortito lo stesso effetto aggirandosi fra i tavoli e consigliando questo o quel sito? (Giorgio Ragazzini)
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sabato 9 febbraio 2013

CHI VUOLE DAVVERO UNA SCUOLA SERIA? Domande ai partiti in vista delle elezioni

Tutti considerano la scuola un fondamentale investimento per il nostro futuro. Nei programmi dei partiti, però, pochi sono gli impegni concreti e molte invece le intenzioni generiche e altrettanti i problemi neppure citati. E spesso, purtroppo, vengono avanzate proposte che non nascono da una vera conoscenza della realtà scolastica. Per questo riteniamo necessario che i partiti che aspirano a governare il paese rispondano con chiarezza almeno alle seguenti domande.
1.      Riconoscimento del lavoro degli insegnanti. Saranno riconosciute agli insegnanti la difficoltà e la delicatezza della loro professione o si continuerà ad additarli all’opinione pubblica come lavoratori part time, come dimostra il recente tentativo del governo di aumentare di un terzo l’orario di cattedra?
2.      Libertà metodologica. Verrà assicurata agli insegnanti la piena libertà di scegliere le metodologie che ritengono più efficaci o si cercherà di imporre teorie calate dall’alto, come è successo negli ultimi decenni?
3.      Funzione del docente. Si intende valorizzare il ruolo dell’insegnante come guida nella scoperta del nostro mondo e del suo patrimonio culturale oppure trasformarlo, come ha sostenuto di recente anche il ministro Profumo, in un “facilitatore” dell’autoapprendimento degli allievi?
4.      Priorità nella valutazione di docenti e dirigenti. È più giusto e più utile alla qualità della scuola garantire a tutti gli allievi degli insegnanti e dei dirigenti adeguati – prevedendo in caso contrario i provvedimenti opportuni – o limitarsi a premiare quelli eccellenti, che continueranno comunque a lavorare bene?
5.      Valutazione degli istituti. Per avere scuole che funzionino è più sensato attivare regolari controlli ispettivi sulla loro efficienza e correttezza o complessi e costosi sistemi di valutazione?
6.      Dare valore alla formazione professionale. L’insuccesso scolastico di tanti ragazzi all’inizio delle superiori si combatte ampliando il numero delle scelte possibili, compresa una qualificata formazione professionale, o obbligandoli tutti a un biennio comune, come sostengono alcuni?
7.      Aggiornamento. L’aggiornamento degli insegnanti, elemento indispensabile per la crescita professionale, sarà finalmente basato sullo scambio sistematico di esperienze tra chi opera sul campo oppure soltanto sul contributo di esperti (che poi non sempre si rivelano tali)?
8.      Educare i ragazzi alle regole. Nei programmi dei partiti si dirà con chiarezza che insegnare ed esigere il rispetto delle regole è indispensabile per un proficuo lavoro scolastico e per la formazione dei futuri cittadini oppure si continuerà a sottovalutare questa fondamentale esigenza?
9.      Uso e abuso dei test. Dei test Invalsi che valutano l’apprendimento si pensa di fare un uso limitato all’accertamento delle competenze di base o di estenderne impropriamente l’uso, con il concreto rischio di  trasformare la didattica  in un addestramento alla soluzione dei test?
10.  Il ministro. Si potrà avere un ministro che conosca veramente i problemi della scuola, che si metta al suo servizio e attui un programma di concreti provvedimenti per renderla più seria, efficace e dotata di strutture adeguate?

[Per aderire scrivere a gruppodifirenze@virgilio.it, specificando nome, cognome, occupazione, luogo di residenza].


FIRMATARI:

Giorgio Israel – Docente di Storia della matematica all’Università “La Sapienza” – Roma
Giovanni Belardelli – Docente di Storia delle dottrine politiche – Università di Perugia
Margherita Hack – Astrofisica e divulgatrice scientifica- già docente universitaria di astronomia a Trieste
Paola Mastrocola – Scrittrice e insegnante –Torino
Paolo Crepet – Psichiatra e psicoterapeuta
Andrea Camilleri – Scrittore, sceneggiatore e regista
Michele Zappella – Neuropsichiatra infantile e docente universitario – Siena
Osvaldo Poli – Psicologo e psicoterapeuta- Castel Goffredo (Mantova)
Dino Cofrancesco – Docente di storia delle dottrine politiche - Genova
Sergio Givone – Docente di Estetica - Dipartimento di Filosofia dell’Università di Firenze
Giulio Ferroni – Docente di Letteratura italiana – Università “La Sapienza”- Roma
Luca Serianni – Docente di Storia della Lingua Italiana – Università La Sapienza di Roma
Marcello Dei – Docente di Sociologia dell'educazione - Università di Urbino
Roberta De Monticelli – Docente di Filosofia della persona all’Università Vita-Salute San Raffaele – Milano
Luciano Canfora – Docente di Filologia greca e latina – Università di Bari
Rosario Salamone – già Dirigente scolastico del Liceo Visconti – Roma
Sergio Belardinelli – Docente di Sociologia dei processi culturali e Sociologia politica – Università di Bologna, sede di Forlì
Sebastiano Vassalli – Scrittore – Biandrate (Novara)
Franco Cardini – Docente di Storia Medievale Istituto – Istituto Italiano Scienze Umane di Firenze
Eva Cantarella - Docente di Istituzioni Diritto Romano – Università di Milano
Ana Millan Gasca – Docente di Matematiche complementari- università Roma Tre
Aldo Schiavone – Docente di Diritto romano - Istituto Italiano di Scienze Umane - Firenze
Lucio Russo – Docente di calcolo delle probabilità all’Università di Tor Vergata – Roma
Elio Franzini – Preside della Facoltà di Lettere e filosofia – Milano
Francesco Clementi – Docente di Diritto Pubblico Comparato – Università di Perugia
Antonio Banfi – Docente di Istituzioni di Diritto romano (Università di Bergamo) e Diritto romano (Università Bocconi)
Fausta Garavini – Studiosa di Letteratura francese e occitanica, ha insegnato nella Facoltà di Lettere di Firenze
Sandra Furlanetto – Docente di chimica analitica – Università di Firenze
Lorenzo Strik Lievers – Docente di Didattica della Storia – Università MilanoBicocca
Ada Fonzi – Ha insegnato Psicologia dello Sviluppo presso l’ Università di Firenze
Carlo Lapucci – Scrittore e studioso di tradizioni popolari – Firenze 
Marco Ademollo- Professore universitario in pensione- Firenze
Maria Teresa Gagliano Ademollo - Docente universitaria - Firenze
Gianluigi Dotti - anche a nome del Centro Studi della Gilda degli Insegnanti
Alessandra Parrini- Giornalista - Firenze
Mario Cantilena- Ordinario di Letteratura greca- Università cattolica Milano
Adele Cilento- Insegnante Liceo - Firenze
Adelina Franci- Dirigente Scolastico Istituto Comprensivo - Signa (FI)
Alberta Schettino - Insegnante di scuola superiore - Imperia
Alberto Cellerini- Insegnante Liceo Classico - Firenze
Alberto Pieri- Pensionato scuola - Firenze
Aldo Buonaccino - Insegnante di scuola superiore - Turi (Ba)
Alessandra Campagnano - Già docente liceo linguistico pedagogico - Firenze
Alessandra Ferrari Bardile - Insegnante Scuola Media - Vigevano (PV)
Alessandra Ingarao - Insegnante di scuola superiore - Siracusa
Alessandra Sgarbi - Insegnante di scuola superiore - Firenze
Alessandra Venuti - Insegnante di scuola superiore - Messina
Alessandro Bellini - Insegnante di scuola superiore - Empoli
Alessandro Cordelli - Insegnante Liceo Classico e Linguistico - Viareggio (LU)
Alessandro Donati- libero professionista
Alessandro Guastini - Insegnante e Ingegnere - Prato
Alessandro Russo - Ricercatore Università di Pisa
Alessia Lenzi- Insegnante- Firenze
Alessio Nappi - Insegnante Scuola superiore - Spresiano (Tv)
Alessio Mazzanti- Bibliotecario- Pontassieve
Alfredo Battarelli Martini - Docente di Liceo Artistico – Roma
Alvaro Belardinelli -Insegnante di scuola superiore - Roma
Ancarani Raoul - Agente di commercio - Ravenna
Andrea Barabino- Insegnante - Genova
Andrea Bellomo – Insegnante - Bari
Andrea Burzi – Insegnante Scuola Secondaria superiore – Firenze
Andrea Cittadini Bellini – Insegnante Scuola Secondaria 1° gr. - Folignano (AP)Andrea Marchetti - Dirigente scolastico - Firenze
Andrea Perruccio - Insegnante Liceo Classico - Firenze
Andrea Pini- Insegnante di Scuola Secondaria superiore - Roma
Andrea Ragazzini – Insegnante Liceo Classico - Firenze
Angela Cocchi - Insegnante di scuola media - San Lazzaro di Savena (Bo)
Angela Fiorenzani
Angela Maria Arpelli - Insegnante Liceo Artistico - Alghero
Angela Petringa - Dirigente Istituto Superiore - Castel Volturno (CE)
Angela Piccolo – Insegnante Istituto Superiore - Reggio Calabria
Angelo Paloschi- Insegnante Liceo Classico -Venezia
Anna Dalloli- Insegnante Liceo Scientifico - Cremona
Anna Lionello – Insegnante Istituto superiore - Venezia
Anna Laura Dessì Insegnante di scuola superiore – Alghero Anna M. Sciaccaluga - Insegnante di scuola media - Genova
Anna Maria Bonsanto - Insegnante scuola media superiore - Prato
Anna Maria Bracciante- Liceo scientifico - Firenze
Anna Maria Delzanno - Insegnante liceo scientifico - Savigliano (CN)
Anna Maria Gabellini - Dirigente scuola superiore - Firenze
Anna Mason - Insegnante - Padova
Anna Miglior – Insegnante di Scuola media – Oristano  
Anna Pampaloni- Libera Professionista- Firenze
Anna Pezzati - Dirigente Scolastico Istituto Comprensivo – Rignano e Incisa Valdarno
Anna Rosa Bicchi - Insegnante – Lucca
Anna Salvagno- Insegnante Istituto Superiore - Venezia
Anna Teresa Montini - Insegnante in pensione - Cremona Anna Torcé – Docente di ruolo – Roma 
Annalisa Camellini - Psicologa- FirenzeAnnamaria Poz - Insegnante Secondaria secondo grado - Cernusco sul Naviglio (Mi)
AnnaTrentanove - Insegnante – Reggello (FI)
Antonella Delbosco- Insegnante Liceo – Savigliano (CN)
Antonella Foscarini - Insegnante scuola media - Firenze
Antonella Gedda - Insegnante scuola superiore - Grosseto
Antonella Marzocchi- Insegnante Scuola Primaria - Campi Bisenzio (FI)
Antonello Tinti- Insegnante - Cagliari
Ascanio Colacino - Insegnante Istituto Superiore - Napoli
Antonio Curreli - Insegnante di scuola superiore - Quartu Sant'Elena (Ca)
Assunta Bocchino – Insegnante Scuola infanzia – San Giorgio del Sannio (Bn)
Attilia Rossi – Insegnante  di scuola primaria – Rufina (Fi)
Aurora Contu – Insegnante - Roma
Beatrice Bonfiglio - Insegnante - Limidi di Soliera (Mo)
Bruno Cassinari - docente - Piacenza
Carla Tarchi - Insegnante - Signa (Fi) 
Carlo Boldrighini - Docente universitario - Roma
Carlo Lomater – Insegnante Liceo Classico - Torino
Carlotta Barro - Insegnante - Chieri (To)
Carlotta Vagnoli- studentessa - Milano
Carmela Frongillo - Insegnante Scuola media - San Giorgio del Sannio (Bn)
Carmine Cuomo - Insegnante di scuola superiore - Incisa in Valdarno (Fi)
Caterina Ramogida - Insegnante di Scuola superiore - Prato 
Caterina Torazza - Insegnante Liceo Classico - Chieri (To)
Catia Restaino – Insegnante Liceo Classico - Venosa (Pz)
Cecilia Bartolini - Insegnante - Bologna
Chiara Benetti - Insegnante - Fagagna (Ud)
Chiara Fracassi - Insegnante elementare - Molinetto (Bs)
Chiara Giubbolini – Insegnante - Firenze
Chiara Masiero – Imprenditore - Firenze
Chiara Mezzetti - Insegnante Istituto comprensivo - Viterbo
Cinzia Massa- Insegnante Liceo Classico - Firenze
Cinzia Quattrocchi - Insegnante Scuola Sec. di 2° grado - Quartu SE (CA)
Chiara Rognone - Insegnante di scuola superiore - Vercelli 
Cinzia Diana – Insegnante di Scuola superiore – Sestri Levante(Ge) 
Cinzia Solera- Insegnante Liceo Classico - Ferrara Ciro Ciliberto - Dipartimento di Matematica - Università di Roma Tor Vergata
Claudia Barbieri - Docente - Reggio Emilia
Claudia Beni- Insegnante- Pian di Scò (AR)
Claudia Gabriotti- Insegnante di storia e filosofia in liceo statale a Roma
Claudio Baldoni – Insegnante Istituti Superiori – Roma
Claudio Ermini - Dirigente Scolastico - San Giovanni V.no (AR)
Clementina Guastaldi – Insegnante in pensione - Rho (MI)
Concetta Labate - Insegnante Liceo Classico - Firenze
Corrado Salemi - Docente scuola media - Noto (Sr)
Cristina Cazzola - Insegnante Liceo Scientifico - Padova
Cristina Giovanardi – Insegnante Istituto Superiore - Modena
Cristina Guasti - Insegnante Liceo Classico - Firenze
Cristina Saccardo- Insegnante Scuola Secondaria di 1°grado - Vicenza
Damiano Andreini – Insegnante Istituti Superiori - Volterra (PI) e Pontedera (PI).
Daniela Romano - Insegnante - Napoli
Daniela Strusi - Insegnante - Padova
Daniele Barina - Insegnante- Bolzano
Daniele Vallino Dirigente Scolastico San Giorgio Canavese (To)
Daniella Ciabatti- Insegnante Istituto Superiore - Prato
Dante Cericola - Dirigente Scolastico in pensione - Paglieta (Ch)
David Fiacchini - Docente di Scienze Naturali - Pievebovigliana (Mc)
Davide Aquilano -Insegnante di scuola superiore - Vasto (Ch)
Diego Filotto- Insegnante - Pordenone
Diego Ch. Campanella - Insegnante di Scuola media - Putignano (Ba)
Donatella Fregatti - Disoccupata, già insegnante di scuola superiore - Adria (Ro)
Duccio Fanetti -Insegnante scuola superiore - Siena
Elena Fontata- Studentessa universitaria- Roma
Elena Maffei- Insegnante Liceo Linguistico - Trieste
Elena Peroni - Insegnante scuola primaria - Santo Stefano Magra (Sp) 
Eleonora Gracci- Insegnante – Firenze
Elia Papini- Insegnante in pensione - Pontassieve (FI)
Eliana Vianello – Insegnante - Padova
Elio Bertini - Insegnante scuola superiore - Lucca
Elisa Bartoli - Insegnante scuola superiore - Fano (Pu)
Elisabetta Bazzani – Insegnante Istituto Superiore d’Arte - Modena
Elisabetta Cangemi - Insegnante- Padova
Elisabetta Di Biase - Insegnante di scuola primaria - Villa S. Maria (Ch) 
Elisabetta Grossi - Formatrice - Bagno a Ripoli (FI)
Elisabetta Parisi - Insegnante - Milano
Elisabetta Tenducci - Insegnante Liceo Artistico - Firenze
Emanuela Pintus – Insegnante – Fiesole (FI)
Emanuele Cielo - Insegnante - Napoli
Emanuell Zampelli- Insegnante Scuola Secondaria I grado- San Giorgio del Sannio (BN) Emilio Ambrisi 
Enrica Mussi- Insegnante precario- Massa (MS)
Enrico Rufi- Giornalista- Roma
Enrico Maria Rossi - Insegnante di scuola superiore - Bassano del Grappa (Vi)
Ermanno Menarello – Insegnante Scuola Superiore – Fossano (Cuneo)
Ersilia Garulli - Insegnante Scuola superiore - Macerata
Ersilia Sada - Insegnante Scuola superiore - Torino
Evelina Piscione - Insegnante
Ezio Torassa - Ricercatore - Padova
Fabrizia De Bernardi – Insegnante di Scuola superiore – Cuneo
Federica Pirrone - Insegnante Scuola superiore - Padova Federica Piersanti - Insegnante scuola primaria - San Donato Milanese (Mi)
Federico Aliprandi - Insegnante scuola superiore - Arese (Mi)
Fernando Cucci - Artista e insegnante in pensione - Firenze
Filomena Persichitti - Insegnante di scuola primaria - Paglieta (Ch)
Fiorenza Giovannini - Insegnante scuola superiore - Fano (Pu) 
Franca Riva - Insegnante - Torino
Francesca Bacci- Disoccupata- Firenze
Francesca Curti- Insegnante Istituto Superiore - Firenze
Francesca Lascialfari- Dirigente Scolastico- Firenze
Francesca Lucia Valla- Insegnante- Piacenza
Francesca Sestini- Insegnante Liceo Artistico - Firenze
Francesco Mazza- Seminarista- Busseto (PR)
Francesco Ademollo - Ricercatore universitario - Firenze
Francesco Giannolo- Insegnante- Benevento
Francesco Colopi - Docente di Lettere IC Alezio e San Nicola (Le)
Francesco Parigi - Insegnante di scuola superiore - Firenze
Franco Cervellati Franco Lamensa - Insegnante - Cuneo
Franco Piasentin- Impiegato amministrativo- Venezia
Fulvia Fratoni – Insegnante Istituto Superiore - Prato
Gabi Luisa Nahum- Insegnante- Roma
Gabriele Bianchini- Imprenditore – Lastra a Signa
Gabriella Ambron- Insegnante- Napoli.
Gabriella Buonpadre - Insegnante - Pescara
Gabriella Di Cicco - Insegnante di scuola media - Chieti
Gennaro Lubrano Di Diego  - Insegnante Scuola superiore - Napoli
Gennaro Oriolo - Già Dirigente scolastico e Presidente della Commissione Cultura del Comune di Scandicci (Fi)
Germana Gozzi - Insegnante Scuola superiore - Ventimiglia (Im)
Giacomo Bailetti - Docente univeristario - Milano
Giampiero Moretti - Ordinario di estetica Univ. Napoli Orientale
Gian Pietro Sabatini - Insegnante e musicista - Firenze
Giancarlo Albricci - Insegnante Scuola superiore - Modena
Gianfranco Blaconà – Insegnante Scuola media superiore - Melzo (MI)
Gianna Caroti - Insegnante Istituto Superiore - Firenze
Gianni Frangini- Insegnante- Firenze
Gianpiero Ciracò - Insegnante
Gigi Monello- Insegnante - Cagliari
Giorgio Ragazzini – Insegnante Scuola media – Firenze
Giovanna Malquori Fondi- già Docente Università Federico II- Napoli
Giovanna Pieroni- Insegnante- Firenze
Giovanna Virde- Insegnante Istituto tecnico - Siena
Giovanni Magistrale - Dirigente Scolastico - Bari
Giovanni Baldrati- Insegnante- Firenze
Giovannina Pelosi - Insegnante precaria Scuola Primaria- Ponte (BN)
Giulia Biti- Insegnante- Recanati
Giulia Cordone – Insegnante Liceo Musicale - Palermo
Giulia Fattibene - Insegnante - Paglieta (Ch)
Giuliana Mannarelli - Insegnante di lingua e letteratura francese in pensione - Roma
Giulio Gallani- Insegnante Istituto Superiore - Padova
Giuseppe Burgaretta – Insegnante di Matematica Liceo Scientifico – Rosolini (Sr)
Giuseppe Chiadini - Insegnante
Giuseppe Cortese - Insegnante Istituto Superiore - Prato
Giuseppe Nalin - Insegnante di scuola superiore e musicista concertista - Padova
Giuseppe Papa - Impiegato - Cremona
Giuseppe Pinto- Insegnante Scuola Media - Treviglio (BG)
Giuseppe Rinaldi – Architetto - Borgo San Lorenzo (FI)
Giusdeppe Tamiazzo - Insegnante di lettere - Baone (Pd)
Giuseppina Anguillara- Insegnante - Firenze
Giuseppina Esposito - Insegnante scuola superiore – Firenze
Giuseppina Guidetti - Insegnante istituto superiore- San Casciano V.P. (FI)
Giustina Mannelli - Insegnante di Latino e Greco in pensione - Firenze
Gloria Filippini - Insegnante scuola elementare - Firenze
Graziana Giotta - Insegnante Istituto comprensivo - Monopoli (Ba)
Guia Passerini- Insegnante- Firenze
Guido Panno - Insegnante di Scuola Media - Piazza Armerina (En)
Guido Campanini- Dirigente scolastico - Parma
Helena Urgell Vives - Conversazione in lingua spagnola - Mantova
Ilario Goffo - Insegnante di scuola primaria  - Piove di Sacco (Pd)
Irene Jannello Insegnante lingua inglese Padova 35138
Isabella Bianca Berardono- Insegnante Istituto Superiore - Prato
Isabella Dicarlo- Insegnante- Prato
Isabella Pera- Insegnante - Pisa
Isabella Righi – Insegnante - Milano
Laura Barberio - Insegnante Istituto comprensivo - Viterbo 
Laura Bauducco- Insegnante Liceo Scientifico - Savigliano (CN) -
Laura Felici - Insegnante Liceo Artistico - Firenze
Laura Gorla - Insegnante scuola elementare
Laura Landi - Insegnante Liceo Artistico - Firenze
Laura Montalbetti  - Insegnante Scuola superiore - Melzo (Mi)
Laura Nanni - Insegnante Liceo scientifico - Anzio
Leila Guerriero- Docente universitario- Roma
Lenella Breveglieri - Dirigente scolastica - Bari 
Leopoldina Moro - Insegnante - Vicenza
Liliana Ferrero – Insegnante - Chieri (To)
Liliana Marchi - Insegnante Scuola Secondaria I grado - Milano
Liliana Mascolo - Insegnante - Roma
Lina Nucara- Insegnante- Firenze
Linda Bianco- Insegnante Istituto Superiore - Roma
Livia Ragosta - Insegnante - Napoli 
Loredana Cavallaro - Insegnante Scuola Media
Loredana Rizzi- Insegnante Diritto e Economia
Lorella Pinferi - Insegnante Istituto Superiore - Lucca
Lorella Tassi - impiegata- Firenze
Lorenza Florian Insegnante liceo artistico Pozza di Fassa (Tn)
Lorenzo Greppi - architetto - Firenze
Lorenzo Venturi - Insegnante Istituto Superiore - Pisa
Luca Biglino - Insegnante Scuola Media - San Donato Milanese (Mi)Lucia Bruguier - Ex insegnante - Scandicci (Fi)
Lucia Chiarelli - Insegnante scuola elementare - Firenze
Lucia Galli - Insegnante di scuola superiore - Lucca
Lucia Marchi – Insegnante - Ponte San Nicolò (PD)
Lucia Maria Raffaelli- Insegnante Liceo Classico - Lucca
Lucia Sanesi- operaia – Firenze
Lucia Tatini- Insegnante- Firenze
Lucia Vera - Insegnante - Prato
Luciano Cambi - Insegnante Scuola Superiore - Bagno A Ripoli ( Fi )
Luciano Paccini - Insegnante - Firenze
Luigi Pansino- già Dirigente scolastico - Firenze
Luigi Proia - già Docente scuola superiore - Roma
Luigi Retanda - Insegnante di scuola superiore - Sassari
Luigi Silvano – Ricercatore universitario – Roma
Luigina Giorgi - Insegnante Scuola superiore - Pontedera (Pi)
Luisa Baffigi- Insegnante- Roma
Luisa Fabris- Insegnante- Padova
Luisa Simonutti – Sel- candidata alla Camera dei deputati
Manuela Carboni - Insegnante di Matematica - Firenze
Manuela Pirotti - Insegnante Liceo Scientifico - Bologna
Mara Bettini - Insegnante di Matematica e Fisica - Brescia
Marcella Bellini - Insegnante Liceo Scientifico – Ciampino (Roma)
Marcello Ciafaloni - già Docente Universitario di Fisica- Firenze
Marcello Magnifico – Amministratore di server – Robecco d'Oglio (CR)
Marco Bicchierai - Bibliotecario, biblioteca di Scienze sociali - Università di Firenze
Marco Billi - Insegnante scuola superiore - Firenze 
Marco Burberi- Educatore e Presidente Cooperativa Sociale Onlus
Marco Del Sere- Membro del Consiglio di Istituto Comprensivo Fiorentino
Marco Di Paolo- Insegnante scuola Secondaria superiore- Bergamo
Marco Manzoli - Insegnante di scuola superiore  - Ospedaletto Euganeo (Pd)
Marco Panti - Dirigente Scolastico- Bagno a Ripoli (Fi)
Marco Parri - Dirigente scolastico - Colle Val d'Elsa (Si)
Marco Paoletti – Firenze
Marco Pagliari - Insegnante di scuola superiore  - Roma
Marco Pesola - Preside - Bari
Margherita Ferro - Insegnante - Firenze
Margherita Saccozzi- Insegnante- Bologna
Maria Ausilia Nappi - Insegnante Liceo Classico - Napoli
Maria Beatrice - Insegnante scuola media - Firenze
Maria Chiara Aguiari - Insegnante di scuola superiore - Padova
Maria Cristina Naldini - Insegnante scuola superiore - Firenze
Maria Cristina Zinoni- Insegnante- Torino
Maria Cristina Tundo- Dirigente scolastica - Firenze
Maria Faedda - Dirigente Sscolastico in pensione - Alghero (SS)
Maria Franca Faccenda - Insegnante scuola Secondaria 2° grado - Bologna
Maria Gabriella Varallo- Insegnante -Savigliano (CN)
Maria Giuseppina Maturi- Insegnante- Benevento
Maria Grazia Teodori - Roma
Maria Grazia Palombi - Insegnante di scuola superiore - Viterbo
Maria JosellaTurcarolo - Insegnante di Scuola Primaria - Pontassieve(Fi)
Maria Laura Bentivegna - Insegnante di Scuola Media
Maria Laurenzi - Insegnante di Scuola Superiore- Roma
Maria Luisa Fusco- Dirigente scolastico- Benevento
Maria Paola Meloni - Insegnante Scuola media - Oristano
Maria Mozzi- Insegnante- Viareggio (Lu)
Maria Trimarchi - Insegnante Istituto Superiore - Acireale (Ct)
Maria Novella Alioto - Insegnante Superiori - Firenze
Maria Rita Cattani - Insegnante Superiori - Modena
Maria Rita Bollini - Insegnante scuola superiore - Como
Maria Rosaria Buono - Insegnante - Nola (NA)
Maria Silvia Nocelli - Insegnante di Scuola Media - Fossombrone (Pu)
Maria Teresa Pistidda- Istitutrice - Firenze
Maria Teresa Testa - Insegnante Liceo Classico/Scientifico - Savigliano (CN)
Mariada Muciaccia - Insegnante di scuola superiore - Roma
Mariangela Cavani- Insegnante Liceo Artistico - Modena
Mariangela Lanaro - Insegnante Scuola superiore - Verona
Mariapia Lionello - Insegnante di inglese - Mestre
Marina Calò - Insegnante - Napoli 
Marina Mupo- Dirigente scolastica- Benevento
Marina Rodini - Insegnante di Scienze - IT Luca Pacioli
Mario Amato - Insegnante Istituto Superiore - Montesilvano (Pe)
Mario Fontana - Docente universitario di biochimica - Roma
Marisa Scapuzzi – Insegnante in pensione- Firenze
Marta Gazzani - Insegnante di scuola superiore - Mirandola (Mo)
Marta Guastaldi - Insegnante - Cremona
Marta Montagna - Insegnante in pensione - Padova
Marta Privitera- Insegnante Istituto Superiore - Firenze
Marzia Fascioli -Insegnante Scuola superiore - Castellucchio (Mn)
Marzia Ristori - Insegnante Istituto Superiore - Lucca
Marzia Tortelli - Insegnante di scuola superiore - Firenze
Massimiliano Ghiori- Insegnante- Figline Valdarno
Massimo Benà - Insegnante di scuola superiore - Rovigo
Massimo Maurizio- Insegnante Liceo scientifico- Mestre
Massimo Primerano- Dirigente Sscolastico in pensione- Firenze
Maurizio Di Bella - Insegnante scuola media - Lecco
Maurizio Gavazza- Insegnante Liceo Classico - Genova
Maurizio Martini- giornalista
Maurizio Masetti- Insegnante Liceo Classico - Firenze
Maurizio Villa- Insegnante Genova
Mica Nalin - Insegnante di Scuola primaria - Due Carrare (Pd)
Michela Bocchietti - Insegnante Superiori - Firenze
Michela Meli - Insegnante scuola superiore - Verona
Michela Persighin - Insegnante di Scuola Media - Este (Pd)
Michelangelo Faraone- erborista- Prato
Michelangelo Manetta – Insegnante - Prato
Michele Celenza - Insegnante di Scuola Superiore - Vasto (Ch)
Michele Mischitelli - Insegnante di Scuola Superiore - Cittadella (Pd)
Michele Scornavacca - Consulente informatico - Roma
Mirella Albano - Università Tuscia- Viterbo
Monica Paoletti – Insegnante Scuola Secondaria I grado - Brescia
Monica Fausti- Insegnante- Firenze
Nadia Cappelli - Insegnante Liceo Scientifico
Nadia Montesi- Insegnante- Roma
Nazareno Boncompagni - Insegnante - Rieti
Nicola De Angelis- Pensionato- Ponte (BN)
Nicoletta Colletti- Insegnante- Bolzano
Nicoletta Marini - Insegnante - Genova
Nilla Saracca- pensionata – Sesto Fiorentino
Ottavio Ottaviano - Insegnante di Scuola Superiore - Firenze
Paola Candiano - Insegnante Scuola superiore - Oggiono (Lc)
Paola Cantarelli - Insegnante di Scuola Superiore - Parma
Paola Capaccioli - Insegnante Lettere - Bergmo
Paola Cavallari - Insegnante scuola superiore - Bologna
Paola Colombani - Insegnante Liceo - Ferrara
Paola Giacconi – Insegnante Liceo - Bologna
Paola Lupi - Insegnante Istituto Superiore
Paola Oldrini- Insegnante Liceo Scientifico - Milano
Paola Paparini - Insegnante di Scuola Superiore - Ciampino (Roma)
Paola Passalacqua- Insegnante Istituto Superiore - Sesto Fiorentino (FI)
Paola Pollacci - Insegnante Superiori - Perugia
Paola Ristori - Insegnante di Scuola primaria - Lucca
Paola Stoppielli - Insegnante - Terranuova Bracciolini (Ar)
Paolo Casuscelli - Insegnante - Messina
Paolo Cirigioni - Funzionario di banca in pensione - Rho (Mi)
Paolo Francini - Insegnante di matematica - Roma
Patrizia D'Incalci - Dirigente scolastico - Firenze
Patrizia Lanfredini - Insegnante Scuola Media - Firenze
Patrizia Mauri – Insegnante Istituto Superiore - Prato
Patrizia Pagnoni - Insegnante di scuola superiore - Ascoli Piceno
Patrizia Righi – Insegnante - Milano
Patrizia Soriani – Insegnante Scuola Media - San Lazzaro di Savena (BO
Patrizia Zappieri - Insegnante di scuola Secondaria di I grado - Padova
Pia Impedovo - Insegnante di Scuola Superiore - Turi (Ba)
Pierangela Scarnato - Insegnante Istituto Superiore - Prato
Pierluigi Carofano- Scuola di Specializzazione Beni Storico Artistici- Univ. di Siena
Pietro Cipriani - Insegnante di Scuola Superiore - Parma
Pietro Serfustini- Insegnante- Bracciano (Roma)
Pompeo Mencarelli - Insegnante - Perugia
Raffaele Nacci – Insegnante - Prato
Renata Guerra- Insegnante- Firenze
Renza Bertuzzi – Insegnante in pensione - Bologna
Renzo Stefanel – Insegnante Liceo - Padova
Rita Agresti - Insegnante Istituto Superiore - Fondi (LT)
Roberta Bani - Insegnante - Livorno
Roberta Carpano- Insegnante- Ancona
Roberto Bocaccelli- Manager- Firenze
Roberto G. Salvadori - Pensionato - Arezzo
Roberto Iacopozzi - Insegnante Istituto Alberghiero - Firenze
Roberto Martini - Dirigente Scolastico - San Giovanni Valdarno (AR)
Roberto Riviello - Insegnante e giornalista - Figline Valdarno (Fi)
Roberto Rossetti - Insegnante - Viareggio
Romana Valentini
Romano Firmani- Insegnante Liceo Scientifico - Ascoli Picen
Rosa Armao - Insegnante Superiori - Bari
Rosa Lucia Fanchin – Insegnante Liceo Classico - Schio
Rosalba Iero - Insegnante Istituto Superiore - Reggio Calabria
Rosamaria Di Guglielmo- Psicoterapeuta- Firenze
Rosanna Cetta – Insegnante - Mirabella Eclano (Av)
Rossella Lanfredini - Insegnante di Educazione fisica - Firenze
Sabina D'Introno - Insegnante scuola superiore - Breno (Bs)
Sabrina Corvino - Insegnante scuola superiore - Arese (Mi)
Sabrina Lucarelli - Insegnante di Scuola Media - Mola di Bari (Ba)
Saida Grifoni - Insegnante di scuola secondaria - Firenze
Salvatore di Stefano - Insegnante di scuola superiore - Scordia (Sr)
Sandra Gori- Farmacista- Pontassieve
Sandra Lubrano- Insegnante Istituto Superiore - Firenze
Sandra Nistri - Insegnante di Scuola media - Prato
Sandra Orrù- Insegnante da Firenze
Sara Papa- Impiegata- Cremona
Sara Passi – Insegnante - Prato
Saveria Volta - Insegnante Liceo - Ischia
Saverio Gazzelloni - Dirigente Istituto nazionale di Statistica – ISTAT Roma
Serena Martignoni - Insegnante - Firenze
Sergio Casprini – Insegnante di Storia dell’Arte - Firenze
Sergio Menci - LiberEtà - Sesto fiorentino
Sergio Toselli - Insegnante - Padova 
Silvia Lanzillotta - Insegnante di Scuola Superiore - Cadoneghe (Pd)
Silvia Mei – Ufficio recupero crediti Gorent – Scandicci
Sergio Nanni - Insegnante di Scuola media - Firenze
Silvia Parigi- Dirigente scolastico- Napoli
Silvia Pattini – Insegnante Liceo Scientifico - Milano
Simona Gaslini - - Insegnante - Bellusco (Mb)
Simona Guglieri - Insegnante - Torino
Simona Polidori - Insegnante di scuola media - Firenze
Stefania Coradeschi- Insegnante- Firenze
Stefania Niccoli- Insegnante Liceo Scientifico - Napoli
Stefania Vita Finzi - Insegnante di Scuola Superiore - Bologna
Stefano Arzuffi - Insegnante Scuola media - Bergamo
Stefano Binazzi - Insegnante Superiori- Bagno a Ripoli (Fi)
Stefano Campi- Docente Università di Siena
Stefano Corsi - Insegnante in pensione - Firenze
Stefano Di Brazzano – Insegnante Liceo Classico - Trieste
Stefano Giacometti - Bibliotecario Univ. Fi. - Presid. del Cons. Istituto compr. Pieraccini
Stefano Ricci - Insegnante Scuola superiore - Grosseto
Stefano Rovinetti Brazzi - Insegnante Liceo Scientifico - Bologna
Stefano Somigli – Insegnante - Figline Valdarno (Fi)
Stefano Sonnati- Insegnante- Firenze
Stefano Zani- Insegnante Superiori - Firenze
Susanna Magli - Insegnante di matematica - San Giovanni al Natisone (Ud)
Susanna Ragionieri- Docente Accademia Belle Arti - Firenze
Teresa Pasqui- Insegnante Liceo Artistico -Firenze
Tiberio Bottacin - Insegnante Istituto Superiore - Camposampiero (Pd)
Tiziana Aleandri - Insegnante Scuola superiore - Aprilia (Lt)
Tiziana Borgognoni - Insegnante - Bologna
Tiziana Goruppi- professore ordinario di Letteratura Francese- Università di Pisa
Valentina Pagin - Insegnante - Padova
Valentina Taccetti- Architetto e Insegnante precaria
Valeria Vagnoli - Pensionata
Valerio Tanini - Insegnante Scuola Media - Firenze
Valerio Vagnoli- Dirigente scolastico – Firenze
Vito Capriati - Insegnante di Scuola Superiore - Rutigliano (Ba)
Vanna Pellegrini - Insegnante Istituto Superiore - Montepulciano (Si)
Vilma Natali- Dirigente scolastica – Reggello (Firenze)
Vinicio Grimaldi - Insegnante – Napoli
Walter Lapini- Docente Università di Genova- Firenze