lunedì 7 gennaio 2013

FORMAZIONE PROFESSIONALE: SARÀ L’ANNO IN CUI LA TOSCANA CAMBIA STRADA?

Con il rientro a scuola dopo la lunga pausa natalizia, gli studenti di terza media, insieme alle  loro famiglie, saranno sempre più impegnati nella scelta del loro futuro percorso di studi. Nelle scuole sarà tutto un brulicare di open day e relativi incontri con i docenti incaricati all’orientamento. Alcuni  di questi, purtroppo, si limiteranno ad un ruolo di imbonitori  delle attrattive extracurriculari (cinema, musica, teatro, fotografia...) offerte dalla loro scuola. Altri, per fortuna la maggior parte, più responsabilmente si preoccuperanno di fornire ai ragazzi le informazioni che veramente potranno essere  utili per scegliere bene e renderli così veramente consapevoli dei piani di studio, delle difficoltà e dell’impegno a cui andranno incontro facendo una determinata scelta.
Per molti studenti della scuola media la visita alle varie scuole superiori rappresenta, spesso, la conferma della scelta già da tempo maturata e, insieme,  il primo  approccio con un ambiente nuovo  prima dell’impatto simbolicamente forte che avverrà nel prossimo settembre. Nell’atteggiamento passivo e remissivo di altri ragazzi si coglie, in queste occasioni, ancora molta incertezza: una incertezza dettata anche dalla consapevolezza di non avere una preparazione sufficiente per affrontare con successo un qualsiasi corso di studi superiore. Devo dire che talvolta questa loro impreparazione deriva dall’aver incontrato dei pessimi docenti, che li hanno privati  della possibilità di potersi misurare con certi particolari indirizzi. Altre volte si tratta di ragazzi che hanno alle spalle famiglie svantaggiate e non preparate a sostenerli sul piano delle motivazioni. Può anche accadere che  studenti del genere possano aver visto la loro situazione aggravarsi dall’aver frequentato scuole accondiscendenti che non puntano “in alto” e  non pretendono assiduità nell’impegno e nel rispetto di precise regole.  Altri ragazzi, ancora, appaiono disorientati perché non trovano quello che vorrebbero, e cioè un serio indirizzo di formazione professionale che esalti la loro attitudine al saper fare: indirizzo che in Toscana non è presente, perché la Regione non  ha finora permesso che l’obbligo scolastico si assolva anche nei percorsi di formazione professionale. E purtroppo la situazione è positiva solo in alcune regioni italiane, a cominciare dal Trentino, che ha ridotto moltissimo l’insuccesso scolastico.
Purtroppo la cultura, anche politica, di parte di questo nostro Paese continua a ritenere la scelta “professionale” di dignità inferiore rispetto alle altre e preferisce così sottoporre  decine e decine di migliaia di ragazzi a ripetuti insuccessi scolastici.
Alla fine la  possibilità di un percorso professionale è possibile soltanto dopo i sedici anni, e solo dopo una sequela di bocciature che finiscono per identificarli, agli occhi dei loro compagni,  come  una sorta d’incapaci e di disadattati. È invece quanto mai urgente superare l’idea  che vuole le scuole superiori classificate secondo una gerarchia inaugurata dalla riforma gentiliana  con al vertice  i licei. La tradizione della nostra città e della nostra regione che ha trovato  la propria fortuna e la propria identità nei lavori “d’arte” ci direbbe l’esatto contrario. La crisi  ci chiede la formazione di un capitale umano dotato di competenze adeguate e coerenti per dare risposte al nostro contesto economico e i  ragazzi hanno  il diritto di vedersi riconosciute  le loro vocazioni improntate al “saper fare”. Non continuiamo a negarglielo più a lungo. (Valerio Vagnoli)
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