domenica 5 aprile 2009

Al Ministro della Pubblica Istruzione, On. Mariastella Gelmini

Gentile Ministro,
la valorizzazione del merito e il contrasto a tutte le forme di buonismo che negli ultimi decenni hanno negativamente caratterizzato la scuola italiana, a tutto scapito della sua credibilità, costituiscono la ragione sociale del nostro gruppo ed erano al centro della “Lettera per una scuola del merito e della responsabilità” firmata nel marzo del 2008 da alcuni prestigiosi opinionisti e intellettuali. Non possiamo quindi che apprezzare l’impostazione complessiva del Suo provvedimento sulla valutazione, soprattutto per quanto riguarda la valorizzazione del comportamento nel quadro complessivo dei risultati scolastici.
Desideriamo però farLe presente in tutta franchezza le nostre perplessità su quanto si prevede per l’ammissione all’Esame di Stato (Art. 3, comma 2), cioè la necessità di conseguire una votazione non inferiore a sei decimi in ciascuna disciplina. Siamo infatti convinti che tale norma produrrà paradossalmente risultati di segno opposto a quelli auspicati, poiché è prevedibile che un consiglio di classe, in presenza di due/tre insufficienze non gravi, trasformerà quelle insufficienze in sei, con due conseguenze, a nostro parere molto negative:
▪ un quadro delle valutazioni alterato e non corrispondente alla realtà, inattendibile anche come fonte integrativa di informazioni per la Commissione di esame, in aggiunta al credito scolastico;
▪ una iniqua equiparazione, per quanto riguarda il credito scolastico, degli studenti con insufficienze con quelli che la sufficienza l’hanno raggiunta con le proprie forze. Per esempio uno studente potrebbe passare da una media “reale” compresa tra il 5 e il 6 (con un credito da 1 a 3 punti) ad una media tra 6 e il 7 (con un credito tra i 4 e i 5 punti).
Ci pare insomma che esista un concreto rischio di “eterogenesi dei fini” rispetto all’obbiettivo di valutazioni più rigorose che Lei intende perseguire e che noi assolutamente condividiamo. Si può certo pensare a una formulazione più stringente dei criteri di ammissione; ma, proprio al fine di consentire una ulteriore riflessione sull’argomento e anche in considerazione del fatto che il cambiamento delle norme avverrebbe a meno di tre mesi dagli esami, ci permettiamo di raccomandarLe un rinvio della nuova norma al prossimo anno scolastico.
La ringraziamo per la Sua attenzione e Le rinnoviamo i nostri auguri di buon lavoro.
Sergio Casprini Andrea Ragazzini Giorgio Ragazzini Valerio Vagnoli

Firenze, 22 marzo 2009