Il 13 novembre alle ore
9,30, al Tribunale dei minorenni di Palermo, si è tenuta l’udienza n.245/12
R.G.U.P. che vedeva imputato uno degli studenti che avevano guidato
l’occupazione di un istituto superiore di Palermo nei mesi di novembre e
dicembre 2010. Lo studente era già stato rinviato a giudizio il 26 marzo 2012
dal GIP dott.ssa Valeria Spadafora. In apertura di udienza, l’imputato ha
cercato di sottrarsi alle proprie responsabilità (diversamente da come aveva ammesso
nel corso dell’udienza del 26 marzo) sminuendo il proprio ruolo
nell’occupazione. Il Giudice, dott.ssa Antonina Pardo, gli ha letto i verbali
precedenti che, insieme alle prove allegate al fascicolo, evidenziavano il
contrario. Il preside ricordava che nessuno può chiudere la scuola agli altri
studenti e al personale, interrompere un pubblico servizio, negare il diritto
allo studio a chi vuole andare a scuola per studiare. L’avvocato della difesa
interveniva con argomentazioni generiche del tipo: “c’era un contesto di
malessere negli studenti … i docenti sarebbero potuti intervenire per educare …
non era il solo che occupava … etc.”. Il Pubblico Ministero
richiamava i valori della democrazia e della Costituzione, che impongono di
rispettare la libertà degli altri e i
beni pubblici. La Corte si riuniva quindi in camera di Consiglio e rientrando
in aula condannava lo studente minore a “due mesi di giustizia riparatrice”
presso l’Azienda Sanitaria Provinciale, in pratica lavori socialmente utili.
Riconvocava quindi le parti al 22 gennaio 2013 per verificare se la pena avesse
generato effetti positivi. Uscendo, lo studente e il
padre non ricambiavano il saluto del preside, non comprendendo che nella
vicenda non vi era nulla di personale, ma solo il tentativo di far rispettare
la legge.
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La redazione