martedì 20 novembre 2012

ANCORA MAMME CONTRO I COMPITI A CASA

Per i compiti a casa viene ora chiamato in causa perfino l’Osservatorio per i diritti dei minori, il cui presidente pretende di chiarire il problema interpellando cento studenti e aggiunge che “molte volte [?] i ragazzi devono impegnarsi su argomentazioni [sic] ex novo”, cioè non affrontati in classe. C’è chi invoca una circolare del ministro e ritorna la semplicistica idea che si possa “monitorare il carico dei compiti assegnato dai colleghi” attraverso il registro di classe. Può essere che la brillante iniziativa ministeriale sull’orario di lavoro abbia rinfocolato ben noti pregiudizi e risentimenti, in genere fondati sulla disinvolta generalizzazione di casi particolari. Senza nulla togliere ai possibili eccessi di qualche collega, è certo che la scuola non può rinunciare a chiedere agli studenti di esercitarsi e di studiare a casa. Pazienza se il ministro Profumo non vuole che “si isolino nella loro cameretta”.
Ad ogni buon conto, il rapporto  dell’Unione Europea “Cifre chiave dell’Istruzione 2012” certifica – guarda un po’ – che i compiti a casa sono utili. 
Basta compiti a casa: sono troppi
Ma gli studiosi: utili soprattutto il ripasso e gli esercizi.

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