venerdì 13 settembre 2013
UN MINISTRO INCITA GLI STUDENTI ALLA RIBELLIONE
“Siate ribelli. Ricordate le
parole di Kant, uscite dall’adolescenza e rifiutate le imposizioni, ribellatevi
ai genitori, ai prof e alla scuola”. Che un adulto senta nel 2013 il bisogno di
rivolgersi ai giovani in questi termini sessantottardi significa senza dubbio
che non è consapevole di quello che serve a un adolescente per crescere. Ma è
ancora più grave che parole di questo genere le dica il Ministro della Pubblica Istruzione all’inizio
dell’anno scolastico. Così facendo acquista forse un’effimera popolarità, ma
abdica al suo dovere di ricordare agli adolescenti la vera strada per costruire il
proprio futuro. Evidentemente la Ministra non ha letto e meditato lo splendido discorso
che Barack Obama rivolse agli studenti americani nel 2009, proprio all’apertura
dell’anno scolastico, nel quale tra l’altro ebbe a dire: “Alla fine noi possiamo avere gli insegnanti più
appassionati, i genitori più attenti e le scuole migliori del mondo: nulla
basta se voi non tenete fede alle vostre responsabilità. Andando in queste
scuole ogni giorno, prestando attenzione a questi maestri, dando ascolto ai
genitori, ai nonni e agli altri adulti, lavorando sodo, condizione necessaria
per riuscire. […] Non vi piacerà tutto quello che studiate. Non farete amicizia
con tutti i professori. Non tutti i compiti vi sembreranno così fondamentali. E
non avrete necessariamente successo al primo tentativo. È giusto così”. Altro che auspicare
ribellioni contro non si sa cosa. D’altronde le ribellioni generazionali
non devono essere né auspicate né concesse graziosamente dagli adulti, come
fanno, spesso pelosamente, i coccolatori di chi occupa le scuole. Se si
ritengono necessarie si fanno e basta, prendendosi tutti i rischi e accettando le
eventuali conseguenze negative. Come hanno sempre fatto tutti i veri ribelli.
(GR)