lunedì 10 novembre 2014

CONTRIBUTI DEL GRUPPO DI FIRENZE ALLA CONSULTAZIONE SULLA "BUONA SCUOLA"



CAPITOLO 7 – COMMENTI GENERALI AL PIANO

Cosa ritieni sia particolarmente efficace del Piano "La Buona Scuola"?
Indica massimo 3 temi

TEMA 1
AGGIORNAMENTO E LIBERTÀ METODOLOGICA
La parte dell’AGGIORNAMENTO è apprezzabile, soprattutto la critica all’aggiornamento calato dall’alto e per lo più teorico degli ultimi decenni. Fondamentale l’indicazione sullo scambio di idee e esperienze tra colleghi, MA deve essere rafforzata la scelta del metodo seminariale come base della formazione permanente, anche attraverso la formazione (del resto abbastanza semplice) alla conduzione di gruppi di lavoro. VA INOLTRE GARANTITA LA PIENA LIBERTÀ METODOLOGICA, e in questo senso è preoccupante il richiamo all'uniformità delle competenze dei docenti (“Dobbiamo dire con chiarezza cosa ci aspettiamo dal corpo docente in termini di conoscenze, competenze, APPROCCI DIDATTICI E PEDAGOGICI, per assicurare uniformità degli standard su tutto il territorio nazionale e garantire uno sviluppo uniforme della professione docente”(cap. 2.1, Quali competenze per i nostri docenti).
TEMA 2
SCUOLA E LAVORO
Anche qui, come per l’aggiornamento, ci sono le premesse per voltare pagina, abbandonando stereotipi e diffidenze anacronistiche. Da condividere quindi l’intenzione di rafforzare il rapporto fra scuola e lavoro. Bene l’IMPRESA DIDATTICA, l’APPRENDISTATO e I MESTIERI D’ARTE.
Per questi ultimi, il Gruppo di Firenze propone L’ALLARGAMENTO AGLI EX-ISTITUTI D’ARTE della possibilità di ISTITUIRE CORSI di Istruzione e formazione professionale  cosiddetti “complementari”, sfruttando i laboratori e le competenze ancora presenti e inutilizzate. (VEDI ANCHE il tema 3 nella sezione "Cosa manca").

Quali aspetti ritieni debbano essere migliorati o sostanzialmente ridiscussi? Indica massimo 3 temi

TEMA 1
ASSUNZIONE DI 150.000 PRECARI
Per evitare che entrino in ruolo eventuali persone non adatte all’insegnamento, RENDERE VERAMENTE SERIO L’ANNO DI PROVA, fornendo alle commissioni precisi criteri di osservazione in itinere e di valutazione e integrando queste ultime con membri esterni.
TEMA 2
CARRIERA STIPENDIALE E DEMERITO
NON È ACCETTABILE IL SISTEMA PROPOSTO NEL PROGETTO. SI DEVE INVECE MANTENERE una progressione stipendiale basata sugli anni di servizio come riconoscimento del VALORE DELL’ESPERIENZA, ma AFFIANCANDO ALL’ANZIANITÀ IL CORRETTIVO DEL DEMERITO (un criterio che sulla carta già esiste, ma non è operante): per ripetute mancanze ai propri doveri professionali si dovrebbe cioè prevedere, ovviamente senza quote prefissate, il mancato accesso allo scatto stipendiale. A questo proposito dovrebbe essere questa l’occasione per varare finalmente un codice etico-deontologico o codice di comportamento dei docenti che ne chiarisca puntualmente i doveri, anche come fondamentale occasione di dibattito e di riflessione sul proprio ruolo professionale. Da valutare anche una parallela incidenza del demerito sul punteggio nelle graduatorie.
ð Naturalmente PER IL DEMERITO GRAVE deve essere previsto l’allontanamento dall’insegnamento (VEDI il tema 2 nella sezione “Cosa manca”).

TEMA 3
COMPETENZE DEI DOCENTI
È PREOCCUPANTE questa affermazione (cap. 2.1): “Dobbiamo dire con chiarezza cosa ci aspettiamo dal corpo docente in termini di conoscenze, competenze, APPROCCI DIDATTICI E PEDAGOGICI, per assicurare uniformità degli standard su tutto il territorio nazionale”. Un’affermazione, quella sugli “approcci didattici e pedagogici”, che suona inquietante per chi ritiene ESSENZIALE LA LIBERTÀ METODOLOGICA, la sola garanzia che ogni insegnante dia il meglio di sé, in quanto può scegliere l’approccio migliore a seconda dell’argomento e della classe che ha davanti, che sia però anche in armonia con le sue attitudini e il suo temperamento. Senza dubbio è essenziale conoscere diversi metodi, altra cosa sarebbe l’imposizione di una didattica ministeriale.


Cosa manca nel rapporto del Piano "La Buona Scuola"? Indica massimo 3 temi
TEMA 1
SERIETÀ DELLA SCUOLA
È ASSENTE QUALSIASI RICHIAMO ALLA SERIETÀ E ALLA RESPONSABILITÀ. Come si può allora parlare della scuola come base per la democrazia?
 LA SCUOLA DEVE EDUCARE ALLE REGOLE i futuri cittadini innanzitutto facendole rispettare in ogni momento della vita scolastica. D’altra parte la disciplina è indispensabile per un apprendimento proficuo, come ha affermato a chiare lettere l’Ocse. Se c’è ancora imbarazzo e silenzio su questo punto, molto dipende da un ANACRONISTICO TIMORE DELL’AUTORITARISMO e da una scarsa consapevolezza dei bisogni educativi dei bambini, oltre che dello stretto legame tra l’educazione e una società democratica. Bisogna anche varare un CODICE ETICO-DEONTOLOGICO (o di comportamento) per gli insegnanti, cioè un insieme di principi e di regole di comportamento nei confronti degli studenti, dei colleghi, delle famiglie, della stessa professione, anche qui consultando i docenti.  Insomma, UNA BUONA SCUOLA è prima di tutto UNA SCUOLA SERIA.

TEMA 2
DOCENTI INADEGUATI
Premesso che la maggior parte dei docenti fa quanto meno dignitosamente il proprio dovere, LE NORME ATTUALI NON CONSENTONO, SE NON IN CASI RARISSIMI, DI ALLONTANARE TEMPESTIVAMENTE DALL’INSEGNAMENTO QUELLI PALESEMENTE INADEGUATI O PER INCAPACITÀ (ANCHE SOPRAVVENUTA) O PER GRAVE SCORRETTEZZA PROFESSIONALE (assenteismo ripetuto, intimidazioni, molestie sessuali, ecc.). È una situazione incompatibile con uno stato democratico, che va avanti da decenni e priva per anni e anni una parte degli studenti del loro diritto a una “buona scuola”, oltre a danneggiare la credibilità dell’istruzione pubblica. Occorre rimediare subito, anche nella consapevolezza che così facendo si alzerebbe il livello medio della categoria, molto più efficacemente delle politiche premiali.

TEMA 3
UNIFICARE ISTRUZIONE E FORMAZIONE PROFESSIONALE CON PROGRAMMI E ORARI RIFORMATI
Non si può credibilmente progettare alternanza scuola-lavoro, incremento dell’apprendistato, imprese didattiche, sviluppo dei laboratori e rapporti con le botteghe artigiane senza cambiare in profondità programmi e piani orari degli istituti professionali, la cui “licealizzazione”, causa prima dell’enorme dispersione, cominciò nei primi anni novanta ed è stata di recente aggravata dalla riforma Gelmini. BISOGNA FARE ANZI UN DECISIVO PASSO AVANTI, ANDARE CIOÈ VERSO L’UNIFICAZIONE DEGLI ISTITUTI PROFESSIONALI CON LA FORMAZIONE PROFESSIONALE, anche perché in molte regioni la seconda non si è mai sviluppata, mentre esistono istituti professionali dotati di laboratori, spesso molto sottoutilizzati.