CAPITOLO 7 – COMMENTI
GENERALI AL PIANO
Cosa ritieni sia
particolarmente efficace del Piano "La Buona Scuola"?
Indica massimo 3 temi
TEMA 1
AGGIORNAMENTO E
LIBERTÀ METODOLOGICA
La parte dell’AGGIORNAMENTO è
apprezzabile, soprattutto la critica all’aggiornamento calato dall’alto e per
lo più teorico degli ultimi decenni. Fondamentale l’indicazione sullo scambio
di idee e esperienze tra colleghi, MA deve essere rafforzata la scelta del
metodo seminariale come base della formazione permanente, anche attraverso la
formazione (del resto abbastanza semplice) alla conduzione di gruppi di lavoro.
VA INOLTRE GARANTITA LA PIENA LIBERTÀ METODOLOGICA, e in questo senso è
preoccupante il richiamo all'uniformità delle competenze dei docenti (“Dobbiamo
dire con chiarezza cosa ci aspettiamo dal corpo docente in termini di
conoscenze, competenze, APPROCCI DIDATTICI E PEDAGOGICI, per assicurare uniformità
degli standard su tutto il territorio nazionale e garantire uno sviluppo
uniforme della professione docente”(cap. 2.1, Quali competenze per i nostri
docenti).
TEMA 2
SCUOLA E LAVORO
Anche qui, come per
l’aggiornamento, ci sono le premesse per voltare pagina, abbandonando
stereotipi e diffidenze anacronistiche. Da condividere quindi l’intenzione di
rafforzare il rapporto fra scuola e lavoro. Bene l’IMPRESA DIDATTICA,
l’APPRENDISTATO e I MESTIERI D’ARTE.
Per questi ultimi, il Gruppo di Firenze propone L’ALLARGAMENTO
AGLI EX-ISTITUTI D’ARTE della possibilità di ISTITUIRE CORSI di Istruzione e
formazione professionale cosiddetti
“complementari”, sfruttando i laboratori e le competenze ancora presenti e
inutilizzate. (VEDI ANCHE il tema 3 nella sezione "Cosa manca").
Quali aspetti ritieni
debbano essere migliorati o sostanzialmente ridiscussi? Indica
massimo 3 temi
TEMA 1
ASSUNZIONE DI
150.000 PRECARI
Per evitare che entrino in
ruolo eventuali persone non adatte all’insegnamento, RENDERE VERAMENTE SERIO L’ANNO
DI PROVA, fornendo alle commissioni precisi criteri di osservazione in itinere
e di valutazione e integrando queste ultime con membri esterni.
TEMA 2
CARRIERA
STIPENDIALE E DEMERITO
NON È ACCETTABILE IL SISTEMA
PROPOSTO NEL PROGETTO. SI DEVE INVECE MANTENERE una progressione stipendiale
basata sugli anni di servizio come riconoscimento del VALORE DELL’ESPERIENZA,
ma AFFIANCANDO ALL’ANZIANITÀ IL CORRETTIVO DEL DEMERITO (un criterio che sulla
carta già esiste, ma non è operante): per ripetute mancanze ai propri doveri
professionali si dovrebbe cioè prevedere, ovviamente senza quote prefissate, il
mancato accesso allo scatto stipendiale. A questo proposito dovrebbe essere
questa l’occasione per varare finalmente un codice etico-deontologico o codice
di comportamento dei docenti che ne chiarisca puntualmente i doveri, anche come
fondamentale occasione di dibattito e di riflessione sul proprio ruolo
professionale. Da valutare anche una parallela incidenza del demerito sul
punteggio nelle graduatorie.
ð
Naturalmente PER IL DEMERITO GRAVE deve essere previsto l’allontanamento
dall’insegnamento (VEDI il tema 2 nella sezione “Cosa manca”).
TEMA 3
COMPETENZE DEI
DOCENTI
È PREOCCUPANTE questa affermazione
(cap. 2.1): “Dobbiamo dire con
chiarezza cosa ci aspettiamo dal corpo docente in termini di conoscenze,
competenze, APPROCCI DIDATTICI E
PEDAGOGICI, per assicurare uniformità degli standard su tutto il territorio
nazionale”. Un’affermazione, quella sugli “approcci didattici e pedagogici”,
che suona inquietante per chi ritiene ESSENZIALE LA LIBERTÀ METODOLOGICA, la sola garanzia che ogni
insegnante dia il meglio di sé, in quanto può scegliere l’approccio migliore a
seconda dell’argomento e della classe che ha davanti, che sia però anche in
armonia con le sue attitudini e il suo temperamento. Senza dubbio è essenziale conoscere diversi metodi, altra cosa sarebbe l’imposizione di una
didattica ministeriale.
Cosa manca nel rapporto
del Piano "La Buona Scuola"? Indica massimo 3 temi
TEMA 1
SERIETÀ DELLA SCUOLA
È ASSENTE QUALSIASI RICHIAMO
ALLA SERIETÀ E ALLA RESPONSABILITÀ. Come si può allora parlare della scuola
come base per la democrazia?
LA SCUOLA DEVE
EDUCARE ALLE REGOLE i futuri cittadini innanzitutto facendole rispettare in
ogni momento della vita scolastica. D’altra parte la disciplina è
indispensabile per un apprendimento proficuo, come ha affermato a chiare
lettere l’Ocse. Se c’è ancora imbarazzo e silenzio su questo punto, molto
dipende da un ANACRONISTICO TIMORE DELL’AUTORITARISMO e da una scarsa
consapevolezza dei bisogni educativi dei bambini, oltre che dello stretto
legame tra l’educazione e una società democratica. Bisogna anche varare un
CODICE ETICO-DEONTOLOGICO (o di comportamento) per gli insegnanti, cioè un
insieme di principi e di regole di comportamento nei confronti degli studenti,
dei colleghi, delle famiglie, della stessa professione, anche qui consultando i
docenti. Insomma, UNA BUONA SCUOLA è
prima di tutto UNA SCUOLA SERIA.
TEMA 2
DOCENTI INADEGUATI
Premesso che la maggior parte
dei docenti fa quanto meno dignitosamente il proprio dovere, LE NORME ATTUALI
NON CONSENTONO, SE NON IN CASI RARISSIMI, DI ALLONTANARE TEMPESTIVAMENTE
DALL’INSEGNAMENTO QUELLI PALESEMENTE INADEGUATI O PER INCAPACITÀ (ANCHE
SOPRAVVENUTA) O PER GRAVE SCORRETTEZZA PROFESSIONALE (assenteismo ripetuto,
intimidazioni, molestie sessuali, ecc.). È una situazione incompatibile con uno
stato democratico, che va avanti da decenni e priva per anni e anni una parte
degli studenti del loro diritto a una “buona scuola”, oltre a danneggiare la
credibilità dell’istruzione pubblica. Occorre rimediare subito, anche nella
consapevolezza che così facendo si alzerebbe il livello medio della categoria,
molto più efficacemente delle politiche premiali.
TEMA 3
UNIFICARE ISTRUZIONE E FORMAZIONE PROFESSIONALE CON PROGRAMMI E
ORARI RIFORMATI
Non si può credibilmente
progettare alternanza scuola-lavoro, incremento dell’apprendistato, imprese
didattiche, sviluppo dei laboratori e rapporti con le botteghe artigiane senza
cambiare in profondità programmi e piani orari degli istituti professionali, la
cui “licealizzazione”, causa prima dell’enorme dispersione, cominciò nei primi
anni novanta ed è stata di recente aggravata dalla riforma Gelmini. BISOGNA
FARE ANZI UN DECISIVO PASSO AVANTI, ANDARE CIOÈ VERSO L’UNIFICAZIONE DEGLI
ISTITUTI PROFESSIONALI CON LA FORMAZIONE PROFESSIONALE, anche perché in molte
regioni la seconda non si è mai sviluppata, mentre esistono istituti
professionali dotati di laboratori, spesso molto sottoutilizzati.