In vista degli ormai prossimi esami di Stato di terza media e di fine ciclo di studi, stiamo raccogliendo adesioni alla dichiarazione riportata qui sotto. Invitiamo a farla propria gli insegnanti e i dirigenti scolastici che avranno il ruolo di presidenti e membri delle commissioni, comunicando la propria adesione all'indirizzo gruppodifirenze@libero.it. Proprio in coincidenza (fortuita) con l'avvio della nostra iniziativa, è uscito un libro di grande interesse e del tutto in sintonia con le motivazioni che ci hanno spinto a prenderla. Si tratta di Ragazzi, si copia, di Marcello Dei, edito dal Mulino (leggi la presentazione ). Ecco il testo della dichiarazione:
Fra poco si svolgeranno gli esami di Stato conclusivi del primo e del secondo ciclo di studi. Negli ultimi anni i mezzi di informazione hanno riferito di numerosi casi in cui non è stato assicurato il loro corretto svolgimento. Questo danneggia fortemente la credibilità della scuola italiana e l’immagine degli insegnanti e dei dirigenti.
Non c’è dubbio che la maggioranza dei colleghi agisca in modo inappuntabile e faccia il possibile per garantire la regolarità degli esami. Siamo però consapevoli che un malinteso atteggiamento di “comprensione” nei confronti degli studenti e la diffusa tendenza a considerare inutilmente fiscale la fermezza nel far rispettare le regole (e in alcune situazioni anche pressioni esterne) possono spingere a “chiudere un occhio” se qualcuno copia, a giustificare o a tollerare indebiti aiuti e persino comportamenti gravemente scorretti, come fornire ai propri allievi traduzioni e soluzioni.
Va invece ribadito che certi atteggiamenti non sono affatto un modo di “fare il bene dei ragazzi” e che anzi feriscono la giustizia e il merito. Una scuola, infatti, in cui venga in qualche modo compromessa la regolarità degli esami, abitua gli studenti alla scorrettezza, commette un’ingiustizia verso chi conta solo sulle sue forze e infine svaluta il senso dell’esame come momento importante di verifica delle capacità degli allievi. Viceversa, l’esempio di comportamenti coerenti con i valori che si insegnano costituisce per i giovani la più efficace educazione alla legalità.
Noi pensiamo che il ruolo e l’immagine dell’istruzione pubblica si difendano certamente reclamando nuove leggi e finanziamenti più adeguati, ma anche facendo nel modo migliore la propria parte e assumendosi fino in fondo le proprie responsabilità.
Ed è con questo spirito che noi sottoscritti commissari e presidenti di commissione dichiariamo pubblicamente che ci impegneremo per far sì che gli esami si svolgano in un clima sereno, ma nel rispetto della legalità, dell’equità e dell’imparzialità, a tutela del prestigio della scuola italiana, di coloro che vi operano con ammirevole impegno e dei tanti studenti che si preparano con serietà a questa importante prova.
Totale firmatari: 558 (176 dirigenti e 382 docenti)
Elenco in ordine alfabetico (secondo il nome proprio):
DIRIGENTI
Adelina Franci, Istituto Comprensivo di Signa (Fi)
Adriana Abriani, Ist. Sup. Benini, Melegnano (Mi)
Adriano Gioè, Liceo Classico Dante Alighieri, Anagni (Fr)
Agostino Miele, Istituto Tecnico Artemisia Gentileschi, Milano
Aldo Alibrando, Istituto Comprensivo Alezio (Le)
Aldo Pampaloni, Ist. Tec. Ferraris, San Giovanni Valdarno (Ar)
Alessandro Ferraiuolo, 2° Circolo Didatt., Cava de’ Tirreni (Sa)
Alessandro Gaspari, Istituto Tecnico Belluzzi, Rimin
Alessandro Penta, Ist. Compr. Di Prisco, Fontanarosa (Av)
Amato Polidoro, Liceo Scientifico Alberti, Minturno (Lt)
Amelia La Rocca, Istituto Superiore Albertini Nola (Na)
Andrea Marchetti, Liceo Virgilio, Empoli (Fi)
Angela Antonia Rovati, Ist. Com. di Casirate D'adda (Bg)
Angelino Messinese, 1°Circolo Did. Carmine Nicosia (En)
Angelo Cannizzaro, 298° circolo did. Elsa Morante, Roma
Angelo M. Manlio Massari, Ist. Tec. Ferraris, Molfetta (Ba)
Anna Maria Barbi, Liceo Scientifico Gramsci, Firenze
Anna Maria Marinai, Omnicomprensivo Montefeltro, Sassocorvaro (PU)
Anna Maria Paolino, Scuola media Alberto Pirro, Salerno
Anna Maria Quarta, Liceo Scientifico Fermi, Brindisi
Anna Pezzati, Circolo Didattico di Rignano sull’Arno (Fi)
Annamaria Gabellini, Ist. Com. di San Piero a Sieve e Vaglia (Fi)
Antioco Frau, Istituto Superiore di Aritzo (Nu)
Antonino Formica, Istituto Compr. Goldoni, Villaverla (Vi)
Antonino Gimmillaro, Istituto Profess. Calapso, Siracusa.
Antonio Cadoni, Ist. Super. Ponti-Lorenz, Mirano, (Ve)
Antonio Diblio, Istituto Sup. Fortunato Fedele, Agira (En)
Antonio Merico, Istituto Comprensivo di Scorrano (Le)
Antonio Piroddi , Istituto Sup. Leonardo Da Vinci, Lanusei (Og)
Arnolfo Gengaroli, Istituto Compr. Coverciano, Firenze
Barbara Zari, Direzione Didattica I° Circolo di Empoli (Fi)
Bianca Maria Morgi, Istituto Compr. di Villasimius (Ca)
Bruno Donnarumma, Ist. Compr. Foscolo, Quindici (Av)
Carla Rita Marchetti, Liceo Sebastiano Satta, Nuoro
Carlo Runcio, Liceo Scientifico Torricelli, Bolzano
Cecilia Pirolo, Istituto Superiore Romanazzi, Bari
Cesario Panebianco, Liceo di Floridia e Canicattini Bagni(Sr).
Cinzia Baldacci, Istituto Comprensivo S.Gottardo, Genova
Claudio Cereda, Istituto Tecnico Hensemberger, Monza
Concetta Graziano, Istituto Profess. Marignoni-Polo, Milano
Corrado Sancilio, Istituto Tecnico Agostino Bassi, Lodi
Corrado Spataro, Liceo Matteo Raeli, Noto (Sr)
Damiano Iocolo, Ist. Compr. D'Apolito, Cagnano Varano (Fg)
Daniela Mammini, Istituto Comprensivo Gandhi, Prato
Daniela Piccinni, Scuola Media Lanza, Cassano Jonio ( Cs )
Daniela Scocciolini, Liceo Scientifico Pasteur, Roma
Dante Cericola, Ist. Compr. Benedetto Croce, Paglieta (Ch)
Dante Siena, Ist. Compr. Assisi 2, Santa Maria Degli Angeli (Pg)
Domenico Scovotto, Scuola Media Primo Levi, Sassuolo (Mo)
Elisabetta Pastacaldi, Liceo Artistico Petrocchi, Pistoia
Emilio Sisi, Istituto Professionale Marconi, Prato
Enio Lucherini, Scuola Media Cavalcanti, Sesto Fiorentino
Fausta Grassi, Liceo Scientifico Majorana, Roma
Fausto Clemente, Ist. Sup. Palmeri, Termini Imerese (Pa)
Felice Signoretti, Liceo Laura Bassi, Bologna
Fernanda Brevetti, Scuola Media Salvatore di Giacomo, Napoli
Filomena Collarino, Istituto Magistrale Vittorio Gassman, Roma
Fiorenza Giovannini, Ist. Com. Galileo Chini, Scarperia (Fi)
Franca Damico, Istituto Superiore Giulio Romano, Mantova
Francesca Priuli, Scuola Media Ignazio Vian, Torino
Francesco Cucca, Dir. Did. 3 di Nuoro e Ist. Com. Fonni (Nu)
Francesco Girgenti, Liceo Classico Montale, Roma
Francesco Paolo Scoppetta, Istituto Tecnico De Fazio, Lamezia Terme (Cz)
Francesco Pezzuto, Liceo Scientifico Kennedy, Roma
Francesco Sangiovanni, Istituto Sup. Don Milani, Napoli
Franco Fanti, Istituto Comprensivo n. 5, Imola
Gaetano Panariello, Istituto Tec. Cesaro, Torre Annunziata (Na)
Gennaro Ruggiero, Ist. Compr. Vittorio Emanuele II°, Napoli
Gian Michele Spaggiari, Liceo Sc. Manfredo Fanti, Carpi (Mo)
Gianni Saviano, Istituto Comprensivo Cassitto, Bonito (Av)
Giorgio Rembado, Presidente dell’Associazione Nazionale Presidi
Giovanna Contini , Liceo Scient. Europa Unita, Porto Torres (Ss)
Giovanna Maria Iorio, Scuola Media Viale delle Acacie, Napoli
Giovanni La Montagna, Liceo Braucci, Caivano (Na)
Giovanni Magistrale, Liceo Scientifico Scacchi, Bari
Giovanni Parente, Istituto Comprensivo Frascaro, Supersano (Le)
Giovanni Rosso, Ist. Sup. Via Falisca, Rignano Flaminio (Rm)
Giulia Cimino, Istituto Comprensivo La Meridiana, Bettona, (Pg)
Giuliana Cinni, Istituto Superiore E. Fermi, Empoli (Fi)
Giuseppa Maniglia, Lic. Class. Guglielmotti, Civitavecchia (Rm)
Giuseppe Caponio, Scuola Media Netti, Santeramo in Colle (Ba)
Giuseppe De Puri, Licei Enriques e Cecioni, Livorno
Giuseppe Paciullo, Scuola Media Aldo Moro, Bari
Giuseppe Serino, Scuola Media Cavour, Marcianise (Ce)
Giuseppe Spataro, Liceo Scientifico Patrizi, Cariati (Cs)
Giuseppe Stile, Ist. Compr. Scauda, Torre del Greco (Na)
Gregorio Iannaccone (Presidente Andis), Ist. Compr. Forino, (Av)
Heidrun Aschacher, Istituto Profess. Salvemini, Palermo
Ivan Gottlieb, Istituto Tecnico Volta, Bagno a Ripoli (fi)
L.Liliana Rizzo, Istituto d’Arte Fiume, Comiso (Rg)
Laura Bellanova, 134° CirC. Did. Annibale Tona, Roma
Laura Fasiolo, Istituto Superiore Dante Alighieri, Gorizia
Laura Orsola Patrizia Nicolella, Ist. Tecnico Volta, Aversa (Ce)
Laura Virli, Istituto Superiore Pascal, Pomezia (Rm)
Lenella Breveglieri, Scuola Media Gallo-Pascoli, Noci (Ba)
Lia Morelli, Ist. Compr. Montanelli-Petrarca, Fucecchio (Fi)
Lorenzo Battistin, Istituto Comprensivo Muttoni, Vicenza
Lorenzo Fergonzi, Liceo Classico Foscolo, Pavia
Lorenzo Marotta, Liceo Scient. Archimede, Acireale (Ct)
Luca Guerranti, Scuola Media “Da Vinci”, Poggibonsi (Si)
Luciano Carta, Liceo Motzo, Quartu Sant’Elena (Ca)
Luciano Lazzaro Gigante, Liceo Scientifico Vecchi, Trani (BT)
Luigi B. Pansino, Liceo Scient. Ulivi, Borgo San Lorenzo (Fi)
Luigi Paparo, Ist. Compr. Morelli e Silvati, Roccarainola (Na)
Maddalena Montemurro, Ist. Compr. Federigo Tozzi, Chianciano Terme (Si)
Manuela Becattelli, 1° Circolo Didattico, Poggibonsi (Si)
Mara Caenazzo, Istit. Compr. Galvaligi, Solbiate Arno (Va)
Mara Salvi, Liceo Ariosto, Ferrara
Marco Mori, Liceo Scientifico Leonardo Da Vinci, Firenze
Marco Panti, Istituto Compr. Piero della Francesca, Firenze
Marco Pesaola, Scuola Media Amedeo D'Aosta, Bari
Maria Antonietta Bentivegna, Liceo Scien. Ruffini, Viterbo
Maria Delle Rose, Istituto Professionale Cellini, Firenze
Maria Faedda, Istituto Professionale Emilio Lussu, Alghero (Ss)
Maria Luisa Fusco, Istituto Comprensivo, Calvi (Bn)
Maria Rosaria Conte, Scuola Media Silone, Ugento (Le)
Marina Bordonali , Liceo Scientifico Belfiore, Mantova
Marina Imperato, Liceo Scientifico Leon Battista Alberti, Napoli
Mario Donato Cosco, Istituto Tec. Calabretta, Soverato (Cz)
Mario Nogara, Ist. Sup. Luciano Dal Cero, San Bonifacio (Vr)
Marta Paoli, Istituto Tecnico Bandini, Siena
Martin Sitzmann, Ist. Comp. in lingua tedesca Appiano (Bz)
Massimo Di Menna, Segretario generale Uil Scuola
Massimo Primerano, Liceo Classico Michelangiolo, Firenze
Maurizio Cesari, Liceo scient. Innocenzo XII, Anzio (Rm)
Maurizio Grassi, Scuola Media Andrea Guardi, Piombino (Li)
Maurizio Lazzarini, Liceo Scientifico Fermi, Bologna
Maurizio Lomonaco, Liceo Vaccalluzzo, Leonforte (EN)
Michele Ciliberti, Istituto Comprens Ranalli, Nereto (Te)
Michele Nunziata, Scuola Media Prisco, Boscotrecase (Na)
Michele Totaro, Istituto Comprensivo Botticelli, Firenze
Mupo Marina, Ist. Co. Nisco Senior, S.Giorgio del Sannio (Bn).
Nicoletta Maria Adelaide Lipani, Ist. Compr. Melodia, Noto (Sr)
Nicolò Alquino, Istituto Superiore De Simoni, Sondrio
Paolo Collini, Istituto Superiore Elsa Morante, Firenze
Paolo Mazzoli, Scuola Angelo Mauri, Roma
Pasquale Del Pinto, già Dirigente Liceo Classico Torlonia, Avezzano (Aq)
Patrizia D'Incalci, Liceo Scientifico Rodolico, Firenze
Pier Giorgio Lupparelli, Istituto Compr. Carducci, Foligno (Pg)
Pierluigi Alessandrini, Istituto Compr. di Sabbioneta (Mn)
Piervincenzo De Lucia, Liceo Scient. Filippo Masci, Chieti
Pietro Gargagliano, Istituto Tec. Dalla Chiesa, Partinico (Pa)
Pietro Vicino, Ist. Compr. L. Da Vinci, Castelfranco di Sotto (Pi)
Pina De Martino, Istituto Compr. Bennardo, Cropalati (Cs)
Raffaele Mazzuoccolo, Istituto Tecnico Morano, Caivano, Napoli
Raffaele Romano, Istituto Tecnico Andreozzi, Aversa (Ce)
Renato Fiori, Liceo Linguistico Cadore, Auronzo di Cadore (Bl)
Roberto Curtolo, Ist. Tec. Calamandrei, Sesto Fiorentino (Fi)
Roberto Tripodi (Presidente Asasi), Ist. Tec. Volta, Palermo
Rocco Di Scipio, Istituto Sup. L. Valerio Pudente, Vasto (Ch)
Rosanna D'Agostino, Istituto Comprensivo D'Annunzio, San Vito Chietino (Ch)
Rosanna Genni, Ist. Superiore Europa, Pomigliano d'Arco (NA)
Rosanna Zazzarelli, Istituto Superiore Falcone, Roma
Rosaria Di Lullo, Scuola Media Vincenzo Bellini, Roma
Rosario Salamone, Liceo Classico Visconti, Roma
Ruggiero Dipace, Istituto Tecnico Carrara, Lucca
Sabatino D'Alessandro, Liceo Scientifico Carlo Cattaneo, Torino
Salvatore Consolo, Istituto Compr. Augusto Righi, Varese
Salvatore D'Agostino, Lic. Scie. Ignazio Vian, Bracciano (Rm)
Salvatore Vizzini, Istituto Superiore Mottura, Caltanissetta
Sandra Di Gregorio, Terzo Circolo Didattico, Lanciano (Ch)
Saverio Mongelli, Liceo Leonardo Da Vinci, Bisceglie (Bt)
Serafina Genova, Scuola Media Esopo, Roma
Severino Loiero, Scuola Media Garibaldi-Matteucci, Campi Bisenzio (Fi)
Silvana Quadrino, 87° Circolo Didattico, Napoli
Silvia Parigi, VIII Istituto Magistrale, Napoli
Sonia Salsi, Istituto Comprensivo Oltrarno, Firenze.
Stefano Stefanel, Scuola Media Manzoni & Fermi, Udine
Stella Fioccola, 7° Circolo Didattico, Latina
Teresa A. Goffredo, Istituto Omnicomprensivo di Pizzo (Vv)
Teresa Guazzelli, Istituto Compr. Salvo D'acquisto, Gaggio Montano (Bo)
Ubaldo Scanu, Istituto Superiore, Asproni, Iglesias (CI)
Valerio Vagnoli, Istituto Superiore Vasari, Figline Vald. (Fi)
Valter Laudadio, Istituto Comprensivo di Cupra Marittima (Ap)
Vinicio Grimaldi, Istituto Tecnico Mattiussi, Pordenone
Walter Pierotti, Istituto Superiore Fermi, Bibbiena (Ar)
DOCENTI
Adele Maria Formicola, Liceo Scientifico Alberti, Minturno (Lt)Adriana Dall'Oco, Scuola Media Parenzo, Rovigo
Alberto De Gregorio, Liceo scientifico Kennedy, Roma
Aldo Cusmà Piccione Cadetto, Ist. Tec. Garibaldi, Cesena (Fc)
Alessandra Carraro, Istituto Tecnico Severi, Padova
Alessandra Falasca, Ist. tecnico Alessandrini, Montesilvano (Pe)
Alessandra Fanchin, Istituto comprensivo Fusinato, Schio (Vi)
Alessandra Ferrari Bardile, Sc. Media Robecchi, Vigevano (Pv)
Alessandra Terranova, Istituto Superiore Enriques Agnoletti, Sesto Fiorentino (Fi).
Alessandro Bellini, Istituto Tecnico Meucci, Firenze
Alessandro Nencioni, Istituto Superiore Fermi, Empoli
Alessandro Raimondi, Istituto Professionale Cellini, Firenze
Alfonsa Armeli, Scuola Media Calderari, Vicenza
Alfonso Napolitano, Istituto Tecnico Pareto, Pozzuoli (NA)
Alfredo Battarelli Martini Istituto Sup. Caravaggio. Roma
Andrea Brocchieri, Liceo Classico Prati, Trento
Andrea Cittadini Bellini, Istit. Compr. Acquasanta Terme (AP)
Andrea Florit, Istituto Professionale Marconi, Cavarzere (Ve)
Andrea Napolitano, Ist. Tec. Majorana, Somma Vesuviana (Na)
Andrea Perruccio, Liceo Classico Machiavelli, Firenze
Andrea Pini, Istituto tecnico statale "LB Alberti" - Roma
Andrea Ragazzini, Liceo Classico Machiavelli, Firenze
Angela Crea, Ist. Tecnico Giuseppe Di Vittorio, Roma
Angela Fiorenzani, Istituto Super. Vasari, Figline Valdarno (Fi)
Angela Moro, Liceo Class. Vittorio Emanuele II, Lanciano (Ch)
Angelo Bisceglia, Istituto Tecnico Falco, Capua (Ce)
Angelo Porcaro, Liceo Colombo, Marigliano (Na)
Anita Manfrini, Istituto Tecnico Bolisani, Villafranca, (Vr)
Anna Ceresa, Istituto Tecnico “Romagnosi”, Piacenza.
Anna Colaianni, Ist. Super. Tommaso Fiore, Modugno (Ba)
Anna Lionello, Liceo Scientifico Benedetti, Venezia
Anna Maria Logoteta, Liceo Scientifico Pasteur, Roma
Anna Maria Orlandi, Istituto Superiore Malignani, Udine
Anna Montini, Liceo Scientifico, Aselli, Cremona
Anna Rita Toscano, Istituto Compr. Barone, Baranello (Cb)
Anna Salvagno, Liceo Foscarini, Venezia
Anna Torcé, Istituto Superiore Vittorio Gassman, Roma
Annamaria Ussi, Scuola Media Cavalcanti, Sesto Fiorentino (Fi)
Antonella Baldini, Scuola media di Volterra
Antonella Foscarini, Ist. Compr. di San Piero a Sieve e Vaglia (Fi)
Antonella Pingiori, Liceo Brotzu, Quartu S. Elena (Ca)
Antonello Murgia, Liceo Brotzu, Quartu S. Elena (Ca)
Antonello Tinti, Istituto Tecnico Giorgio Asproni, Iglesias
Antonio Dellepiane, Liceo Martin Luther King, Genova
Antonio Lastella, Istituto Tec. De Viti De Marco, Triggiano (BA)
Antonio Loru, Liceo Classico e Linguistico Piga, Villacidro (VS).
Antonio Mazziotti, Istituto Professionale Sassetti-Peruzzi, Firenze
Arnaldo Florio, Istituto Tecnico Pascal, Roma
Augusto Cipriani, Istituto Superiore Vittorio Gassman, Roma
Augusto Cosentino, Ist. Sup. Luigi Nostro,Villa S. Giovanni (RC)
Augusto Di Benedetto, Liceo Classico Cassini, Sanremo (Im).
Barbara Betti Schiavone, Liceo Scientifico Majorana, Roma
Beatrice Colombi, IstitutoTecnico Cerboni, Portoferraio (Li)
Beatrice Naldi, Istituto Professionale Cellini-Tornabuoni, Firenze
Benedetta Nanni, Liceo Galvani, Bologna
Benedetta Pescini, Liceo Scient. Leonardo da Vinci, Firenze
Bianca Trupiano, Liceo scient. Giordano Bruno, Arzano, (Na)
Carla Muletto, Istituto Superiore Vittorio Gassman, Roma
Carla Simonitto, Liceo Caterina Percoto, Udine
Carlo Baccetti, docente universitario e presidente di commissione all’Istituto Tecnico Ferraris, Empoli
Carlo Cerioni, Liceo Scientifico Leonardo Da Vinci, Jesi (An)
Carlo Illuminati, Liceo Classico Visconti, Roma
Carlo Lomater, Liceo Classico D’Azeglio, Torino.
Carmela Lello, Liceo Meucci, Aprilia (Lt)
Carmen Russo, Istituto Superiore Vittorini, Grugliasco (To)
Caroline Miln, Liceo Scientifico Francesco Severi, Frosinone
Caterina Lorenzoni, Istituto Tecnico Fossombroni, Grosseto
Caterina Restaino, liceo class. Quinto Orazio Flacco, Venosa (Pz)
Chiara Carletti, Istituto Superiore Galileo Galilei, Firenze
Chiara Livide, Istituto Superiore Roncalli, Poggibonsi (Si)
Cinzia Quattrocchi, Liceo Motzo, Quartu Sant’Elena (Ca)
Cinzia Ristori, Liceo Classico Galileo, Firenze
Claudia Umani, Liceo Seneca, Roma
Claudio Baldoni, Liceo Artistico Giorgio De Chirico, Roma
Claudio Flamigni, Scuola Media Rolandino-Pepoli, Bologna
Claudio Giuggioli, Istituto Tecnico Fossombroni, Grosseto
Cosima De Blasi, Liceo Montessori, Roma
Costanza Parronchi, Istituto Profess. Sassetti-Peruzzi, Firenze
Costanzo Di Giovanni, Liceo Artistico Via di Ripetta, Roma
Cristiana Salvagno,, Istituto Tecnico Enrico Fermi, Roma
Cristina Cazzola, Liceo Scientifico Alvise Cornaro, Padova
Cristina Orsini, Liceo Petrocchi, Pistoia
Cristina Poncato, Istituto Comprensivo Villaverla, Vicenza
Cristina Saccardo , Istituto Comprensivo Goldoni, Villaverla (Vi)
Cynthia Beccari, Liceo Classico Petrarca, Trieste
Daniela Alivernini, Ist. Tecnico Colomba Antonietti, Roma
Daniela Sabatello, Istituto Superiore Federico Caffè, Roma
Daniela Silvestri, Istituto Superiore Vittorio Gassman, Roma.
Daniele Alderighi, Istituto Sup. Russell-Newton, Scandicci (Fi)
Dario Favini, Istituto Superiore Bodoni-Paravia, Torino
Denio De Cian, Liceo Scientifico Quadri, Vicenza
Diego Filotto, Istituto Tecnico Kennedy, Pordenone
Domenica Sottilotta, Lic. Scient. Leonardo Da Vinci, Reggio Calabria
Domenico Bufalino, Istituto Tecnico Galilei, Livorno
Donatella Purger, Liceo scientifico John Kennedy, Roma
Elena Agostini, Istituto Tecnico Renato Serra, Cesena
Elena Iess, Istituto Superiore Cossar - da Vinci, Gorizia
Elena Maffei, Liceo Petrarca, Trieste
Elena Petroni, Istituto Professionale Giorgi, Lucca.
Elena Santini, Liceo classico Goffredo Mameli, Roma
Eliana Vianello, Liceo Artistico Modigliani, Padova
Elio Bertini, Istituto Superiore Civitali, Lucca
Eliodoro Miranda, Istituto Professionale Buontalenti, Firenze
Elisabetta Capuani, Ist. Tecnico Colomba Antonietti, Roma
Elisabetta Carnelli, Liceo Virgilio, Empoli (Fi)
Elisabetta Tenducci, Istituto D’arte Di Sesto Fiorentino (Fi)
Emanuela Scopigno, Liceo Classico Varrone, Rieti
Emanuele Bruschi, commiss. ester. presso ist. prof. Verne, Roma
Emanuele Iemmolo, Istituto Tecnico Alessandrini, Vittuone (Mi)
Emilia Di Tanna, Istituto Superiore Mortati, Amantea (Cz)
Enrico Robaldo Istituto Professionale Garelli, Mondovì (Cn)
Enrico Tombelli, Istituto Professionale Cellini, Firenze
Enrico Ercolani, Liceo Scientifico Galilei, Perugia
Ermanno Menarello, Istituto Superiore Einaudi, Alba (Cn)
Ersilia Sada, Liceo classico Massimo D'Azeglio, Torino
Fabio Barina, Istituto Comprensivo Dante Alighieri, Venezia.
Fabrizio Puca, Liceo classico Casardi, Barletta
Federico Aliprandi, Istituto Tecncico Primo Levi, Bollate (Mi)
Federico Buratti, Istituto Tecnico Majorana, Grugliasco (To)
Ferdinando Giovinazzo, Istituto Tecnico Carlo Grassi, Torino
Filippa Zappalà, Istituto Tecnico Ferraris, Acireale (Ct)
Filippo Cintolesi, Istituto Sup. Vasari, Figline Valdarno (Fi)
Filippo Russo, Istituto Tecnico Majorana, Milazzo (Me)
Francesca Lascialfari, Istituto Superiore Vasari, Figline Vald. (Fi)
Francesca Romana Poleggi, Ist. Sup. Paolo Baffi, Fregene (Rm)
Francesco Ademollo, Liceo Classico Galileo, Firenze
Francesco Capaldo, Istituto Superiore Martini, Trento
Francesco Clemente, Istituto Professionale Mattei, Vieste (Fg)
Francesco Contini, Liceo Classico Machiavelli, Firenze
Francesco d’Afflisio, Istituto Superiore Sbordone, Napoli
Francesco Giovannini, Liceo Scientifico Cassini, Genova
Francesco Minervini, Liceo Classico Socrate, Bari
Francesco Palo, Liceo Scientifico Gallotta, Eboli (Sa)
Francesco Paolo Molica, Liceo scientifico Malpighi, Roma
Francesco Parma, Istituto Superiore Galilei, Bolzano
Fulvia Di Salvo, Liceo Scientifico Vittorio Veneto, Milano
Gabriele Seleri, Istituto Tecnico Feltrinelli, Milano
Gabriella Buonpadre, Lic. Scien. Marie Curie, Giulianova (Te)
Gabriella Salerno, Istituto Tecnico Cattaneo, San Miniato (Pi)
Gabriella Tommasi, Liceo scientifico Galileo Galilei, Poppi (Ar)
Geisy Silva Sepúlveda, Liceo Classico Petrarca Trieste
Gennaro Lubrano Di Diego, Istituto Sup. Antonio Serra, Napoli
Gerardo Gallo, Istituto Professionale Miano, Napoli
Gerardo Zenga, Istituto Tecnico Jannuzzi, Andria (BT)
Giacomo Bailetti, Istituto Superiore Primo Levi, Sarezzo (Bs)
Gianfranco Giusta, Liceo Scientifico Galilei, Cirié (To)
Gianfranco Marini, Liceo Brotzu, Quartu S. Elena (Ca)
Gianfranco Rosas, Liceo Motzo, Quartu Sant’Elena, (Ca)
Gianluigi Dotti, Istituto Superiore Lunardi, Brescia
Gianna Caroti, Istituto Professionale Saffi, Firenze
Giano Artico, Istituto Superiore Giovanni Valle, Padova
Gigi Monello, Liceo Scientifico Pacinotti, Cagliari
Gilberta Natale, Liceo Scientifico Azzarita, Roma
Giorgio Montalbano, Ist. Prof. De Franceschi, Pistoia
Giovanna Correddu, Istituto Tec. Elsa Morante, Limbiate (Mi)
Giovanna Gurrieri, Liceo classico Umberto I, Ragusa
Giovanna La Grasta, Liceo Ginnasio Foscarini, Venezia
Giovanni Bartolone, Istituto Professionale Pietro Piazza, Palermo
Giovanni Corbelli, Liceo Scientifico, Antonio Roiti, Ferrara
Giovanni Dursi, Istituto Superiore Laura Bassi, Bologna
Giovanni Ruggiero, Istituto Tecnico Einaudi, Chiusi (Si)
Giulia Mannarelli, Liceo Classico Europeo - Convitto Nazionale, Roma
Giuliana Pesca, Istituto Tecnico Laparelli, Cortona (Ar)
Giuseppe Burgaretta, Liceo Scientifico Archimede, Rosolini (Sr)
Giuseppe Chiadini, Ist. Sup. De Gasperi, Borgo Valsugana (TN)
Giuseppe De Francesco, Coord. reg. Uil P.A. Friuli Venezia G.
Giuseppe Lagani, Liceo Scientifico Alessi, Perugia
Giuseppe Luciano Cimadoro, Istituto Tec. Fermi, Vibo Valentia
Giuseppe Maravolo, Istituto Superiore Carlo Levi, Portici (Na)
Giuseppe Pallanti, Istituto Professionale Buontalenti, Firenze
Giuseppe Pastena, Istituto Tecnico Guido Dorso, Avellino
Giuseppe Pinto, Istituto Sup. Zenale e Butinone, Treviglio (Bg)
Giuseppe Ragazzoni, Ist. Sup. Calamandrei, Sesto Fiorentino (Fi)
Giuseppe Riparbelli, Istituto Superiore Boselli, Savona
Giuseppe Ruffa, Liceo Artistico Alberti, Firenze
Giuseppe Sau Zanichelli, Liceo Classico Lagrangia, Vercelli
Giuseppe Simonetta, Istituto Superione Peano, Torino
Giuseppina Esposito, Liceo Scientifico Castelnuovo, Firenze
Giuseppina Guidetti, Ist. Tec. per il Turismo Marco Polo, Firenze
Giustina Mannelli, Liceo classico Michelangiolo, Firenze
Glauco Miranda, Liceo Galvani, Bologna.
Gloria Melandri, Istituto Tecnico Cestari, Chioggia (Ve)
Gloria Tomassetti, Istituto Tecnico Vallauri, Roma
Guglielmo Lattanzi, Liceo Classico Machiavelli, Firenze
Guia Passerini, Istituto Comprensivo Pieraccini, Firenze
Guido Barbato, Liceo Scientifico Pascal, Pomezia (Rm)
Guido Billwiller, Liceo Scientifico Salvemini, Sorrento (Na)
Gustavo Matassa, Liceo Scientifico Colombo, Marigliano (Na)
Incoronata Nigro, Liceo Classico Colletta, Avellino
Irene Saracino, Istit. Sup. Tommaso Fiore, Grumo Appula (Ba)
Irma Quintavalle, Scuola Media Loru-Satta, Villacidro (VS)
Isabella Pera, Liceo Classico Carducci, Viareggio
Ivan Cervesato, Liceo Scientifico Einstein, Milano
Ivana Da Ponte , Liceo Classico Prati, Trento
Lamberto Natale, Istituto Tecnico Pacinotti, Taranto
Laura Nanni, Liceo classico Pascal, Pomezia (Rm)
Laura Natale, Liceo Classico Galvani, Bologna
Laura Parenti, Istituto Professionale Enrico Fermi, Verona
Letizia Bausi, Istituto Tecnico Ginori Conti, Firenze
Linda Bianco, Istituto Superiore Leon Battista Alberti, Roma
Lucia Bartolotti, Liceo Petrarca, Trieste
Lucia Galli, Liceo Classico Machiavelli, Lucca
Lucia Losavio, Liceo Artistico Martini, Schio (Vi)
Lucia Parigi, Lic. Scient. Giotto Ulivi, Borgo S. Lorenzo (Fi)
Luciano Paccini, Istituto Comprensivo Botticelli, Firenze
Luigi Peduto, Istituto Superiore Enzo Ferrari, Battipaglia (Sa).
Luigi Puccini, Istituto Tecnico Marconi, Pontedera (Pi)
Luigina Giorgi, Liceo Scientifico Marconi, San Miniato (Pi)
Luisa Pellegrini, Istituto Superiore Galileo Galilei, Firenze
M. Giovanna Missaggia, Liceo Scientifico Ulisse Dini, Pisa
M. Rita Murru, Liceo Brotzu, Quartu S. Elena (Ca)
Mara Bettini, Liceo Scientifico Calini, Brescia
Marcella Bellini, Liceo scientifico Volterra, Ciampino (Rm).
Marcello Landi, Liceo Giorgio Spezia, Domodossola (Vb)
Marco Di Paolo, Liceo Classico Albertelli, Roma
Marco Pagliari, Ist. Prof. Borsellino e Falcone, Palestrina (Rm)
Marco Radaelli, Liceo scientifico Teresio Olivelli, Pavia.
Maria Alessandra Lucioli, Liceo scient. Einstein, Milano
Maria Antonietta Gargiulo, Istituto Comprensivo Bozzaotra, Massa Lubrense (Na)
Maria Coviello, Istituto Tecnico Alberti, Roma
Maria Cristina Pettorini, Istituto Superiore Civitali, Lucca
Maria Grazia Teodori, Istituto Tecnico Colonna, Roma
Maria Grazia Vitale, Istituto Superiore Avogadro, Abbadia S. Salvatore (Si)
Maria Grazia Zotti, Istituto Tecnico San Benedetto, Latina
Maria Laura Bentivegna, Scuola Media Egidi, Viterbo
Maria Laura Pillosu, Istituto Comprensivo di Quartucciu (Ca)
Maria Lucia Ortu, Liceo Motzo, Quartu Sant’Elena, (Ca)
Maria Novella Alioto, Istituto Tecnico Agrario, Firenze
Maria Rita Branciforte, Istituto Tecnico Fermi, Pontedera (Fi)
Maria Rosa Giannalia, Liceo Brotzu, Quartu S. Elena (Ca)
Maria Rosaria Buono, Liceo Classico Carducci, Nola (Na)
Maria Teresa Seu, Polo Liceale Cecioni, Livorno
Mariangela Lanaro, Liceo Scientifico Messedaglia, Verona
Mariano Mandalà, Istituto Professionale Ascione, Palermo
Mariapia Lionello, Liceo Majorana Corner, Miranao (Ve)
Mariella Pieri, Istituto Sup. Curie, Savignano sul Rubicone (FC)
Marilena Deiana, Scuola Media Amat, Sinnai (Ca)
Marina Delle Piane, Liceo Martin Luther King, Genova
Marina Longinotti, Sc. Media Cavalcanti, Sesto Fiorentino (Fi)
Marina Mangianti, Istituto Profess. Cavazza, Pomezia (Rm)
Mario Amato, Istituto Tecnico Industriale di Montesilvano (Pe)
Mario Bianchi, Istituto Profess. Sismondi-Pacinotti, Pescia (Pt)
Mario Garau, Liceo Classico Dettori, Cagliari
Mario R. Storchi, Ist. Super. Luca Pacioli, Sant’Anastasia (NA)
Marisa Scapuzzi, Istituto Compr. Montagnola-Gramsci, Firenze
Marta Franceschi, Liceo Laura Bassi, Bologna
Marta Guastaldi, liceo scientifico Aselli, Cremona.
Martino Sacchi, Liceo Giordano Bruno, Melzo (Milano)
Marzia Simona Gazzani, Liceo classico Pico, Mirandola (Mo)
Massimiliano Barontini, Liceo Classico Legnani, Saronno
Massimo Masini, Istituto Superiore Vasari, Figline Valdarno (Fi)
Massimo Maurizio, Liceo scientifico Morin, Mestre (Ve)
Massimo Paoletti, Liceo Scientifico Marconi, Carrara (Ms)
Massimo Rossi, Liceo Classico Poliziano, Montepulciano (Si)
Maurizio Feo, Istituto Professionale Alberghiero, Capaccio (Sa)
Maurizio Gavazza, Liceo Classico Mazzini, Genova
Mauro Di Lisa, Liceo Classico Visconti, Roma
Michela Napolitano, Istituto Comprensivo 16 agosto 1860, Corleto Perticara (Pz)
Michela Salvini, Liceo Classico Luigi Galvani, Bologna
Michele Brudaglio, Ist. Super. Tommaso Fiore, Modugno (Ba)
Michele Celenza, Istituto Tecncico Palizzi, Vasto (Ch)
Milena Tanca , Liceo Ginnasio annesso al Convitto Nazionale Canopoleno, Sassari
Milvia Tumiati, Liceo Classico Ariosto, Ferrara
Mirella Albano, Liceo Scientifico Avogadro, Roma
Monica Lederer, Scuola Media Vittorino da Feltre, Abano Terme (Pd)
Monica Lo Scalzo, Liceo Artistico di Sesto Fiorentino (Fi)
Monica Menesini, Liceo Scientifico Vallisneri, Lucca
Monica Raffaele Addamo, Liceo Scientifico Dalla Chiesa, Sesto Calende (Va)
Morena Cono, Istituto Professionale Ferraris-Pacinotti, Milano
Natalia Scalisi, Istit. Sup. Don Giovanni Colletto, Corleone (Pa)
Natalia Fratticci, Liceo Classico Benedetto da Norcia, Roma
Nazareno Boncompagni, Liceo Classico Varrone, Rieti
Nicola Gialanella, Istituto Superiore Paolo Baffi, Fiumicino (Rm)
Nicoletta Colletti, Istituto Tecnico Delai, Bolzano
Nicoletta Marini, Liceo Classico Mazzini, Genova
Nicolò Gallo, Istituto Tecnico Pareto, Arcofelice-Pozzuoli (Na)
Nobile Silvana Annunziata, Istituto compr. Capozzi, Roma
Oreste Massarelli, Ist. Tec. Leonardo Da Vinci, Giugliano in Campania (Na)
Orietta Ronchetti, Istituto Tecnico Einaudi, Chiari (Bs)
Paola Capaccioli, Liceo Scientifico Mascheroni, Bergamo
Paola Cavallari, Liceo Copernico, Bologna
Paola Cinti, Liceo Artistico Alberti, Firenze
Paola Fattori, Liceo Scientifico Galilei, Verona
Paola Lippi, Scuola Media Andrea Guardi, Piombino (Lu)
Paola Lupi, Istituto Superiore Ferraris-Brunelleschi, Empoli (Fi)
Paola Mastellaro, Liceo Scientifico Bottoni, Milano
Paola Miranda, Liceo Vittorio Imbriani, Pomigliano D'Arco, Na
Paola Pollacci, Istituto Tecnico Laparelli, Cortona (Ar)
Paolino Bussone, Istituto Profess. Carmine Russo, Cicciano (Na)
Paolo Aziani, Liceo classico Parini, Milano
Paolo Bertini, Liceo classico Costa, La Spezia.
Paolo Cotroneo, Liceo Scientifico Fermi, Bologna.
Paolo Dall'Aglio, Scuola Media Nannei, Collegio Dimesse, (Ud)
Paolo De Sabbata, Liceo Marconi Di Pesaro
Patrizia Alessandri, Ist. Compr. Enrico Mattei, Acqualagna (PU)
Patrizia Bottino, Istituto Tecnico Gastaldi-Abba, Genova
Patrizia Farsetti, Ist. Sup. Simoni, Castelnuovo Garfagnana (Lu)
Patrizia Natale, Istituto Superiore Vittorio Gassman, Roma
Patrizia Pepè, Scuola Media Guicciardini-Poliziano, Firenze
Patrizia Soriani, Scuola Media Rodari-Jussi, San Lazzaro di Savena (Bo)
Patrizia Troncon, Liceo scientifico Leonardo da Vinci, Treviso
Paula Melillo, Liceo Classico Seneca, Roma
Pierangela Scarnato, Istituto Professionale Marconi, Prato
Pierangelo Savarese, Istituto Superiore Civitali, Lucca
Pierluigi Carofano, Liceo Artistico Russoli, Pisa-Cascina
Piero Cipriani, Liceo Classico Europeo Maria Luigia, Parma
Piero Morpurgo, Istituto Ceccato, Montecchio Maggiore (Vi)
Pietro Crimi, Istituto Tecnico Alessandro Volta, Palermo
Pietro Janho, Istituto Superiore Via Caposperone, Ostia (Rm)
Pietro Serfustini, Istituto Superiore Pertini, Ladispoli (Rm)
Pompeo Mecarelli, Liceo Scientifico Alessi, Perugia
Raffaele Vincenzo Micelotta, Ist. Tec. Calabretta, Soverato (Cz)
Raffaella Argentieri, Ist. Superiore Marconi-Belluzzi, Brindisi
Raffaella D'Onofrio, Ist. Super. Europa, Pomigliano d'Arco (Na)
Renzo Amato, Istituto Tecnico Sciascia, Erice (Tp)
Renzo Stefanel, Istituto Superiore Pietro Scalcerle, Padova
Renzo Venturi, Istituto Superioe Pesenti, Cascina (Pi)
Rita Agresti, Istituto Tecnico Libero de Libero, Fondi (Lt)
Rita Angioni, Scuola Media Luigi Amat, Sinnai (Ca)
Rita Lorenzini, Liceo Scientifico Calini, Brescia
Rita Notturno, Liceo Socio-psico-pedagogico, Latina
Rita Posabella, Istituto Tecnico Rosselli, Genova
Roberta Garau, Liceo Gobetti, Genova
Roberta Riguzzi, Istituto Superiore Giordano Bruno, Budrio (Bo)
Roberto Martini, Istituto Superiore Balducci, Pontassieve (Fi)
Roberto Riviello, Istituto Sup. Vasari, Figline Valdarno (Fi)
Romano Firmani, Liceo Scientifico Orsini, Ascoli Piceno.
Rosa Alba Romeo, Istituto Sup. Vasari, Figline Valdarno (Fi)
Rosa Lucia Fanchin, Liceo Classico Zanella, Schio (Vi)
Rosanna Presti, Liceo Classico Marco Minghetti, Bologna
Rosanna Rizzo, Liceo Artistico Alberti, Firenze
Rosaria Vatteroni, Liceo Scientifico Marconi, Carrara
Rossana Cetta, Lic. scie. Aeclanum, Mirabella Eclano (Av).
Rossella D'Alfonso, Liceo Galvani, Bologna
Rossella Nutini, Istituto Professionale Buontalenti, Firenze
Salerno Raffaela, Ist. Sup. L. da Vinci, Poggiomarino (Na)
Salvatore Ciro Nappo, Ist. Sup. L. da Vinci, Poggiomarino (Na)
Salvatore Pirozzi, Istituto Professionale Caselli, Napoli
Sandra Lubrano, Liceo Classico Mameli, Roma
Sandra Orrù, Istituto Comprensivo Pieraccini, Firenze
Sandra Tosello, Istituto Comprensivo di Saonara (Pd)
Sara Bemporad, Scuola Media Cavalcanti, Sesto Fiorentino (Fi)
Serena Baroncini, Istituto Profess. Pacinotti, Pescia (Pt)
Sergio Palazzi, Istituto Superiore Paolo Carcano, Como
Sergio Torcinovich, Istituto Tecnico Sarpi, Venezia
Silvana Boccara, Scuola Media L. da Vinci - Lastra a Signa (Fi)
Silvia Bisi, Liceo Classico Galvani, Bologna
Simona Barucco, Istituto Tecnico Vittorio Emanuele II, Napoli
Simona Elena Cannas, Liceo classico scientif. Euclide, Cagliari
Simona Nocentini, Ist. Tec. Calamandrei, Sesto Fiorentino (Fi)
Simone Amati, Istituto prof. Colonna-Gatti, Anzio-Nettuno (Rm)
Simone Mereu, Istituto Tecnico Leonardo da Vinci, Cagliari
Stefania Chiarulli, Istituto Sup. Norberto Bobbio, Carignano (To)
Stefania Coradeschi, Istituto Professionale Buontalenti, Firenze
Stefania Lepreti, commiss. esterno presso Ist. Tec. Donati, Fossombrone (PU)
Stefania Lorenzoni, Istituto Tecnico Fossombroni, Grosseto
Stefania Romio, Istituto Superiore Almerico da Schio, Vicenza
Stefano Di Brazzano, Liceo Classico Petrarca, Trieste
Stefano Marconato, Ist. Sup. Newton Camposampiero (Pd)
Stefano Romano, Istituto Superiore Viganò, Merate (Lc)
Stella Pugliese, Liceo Scientifico Augusto Righi, Roma
Susanna Cavallini, Istituto Tecnico Cappellini, Livorno
Tiberio Luigi Giacomo Bottacin, Istituto Superiore Newton, Camposampiero ( Pd )
Tiziana Aleandri, Istituto d'Istruzione Rosselli, Aprilia (Lt)
Tiziana Littamè, Liceo Cavalleri, Canegrate, (Mi)
Ughetta Frangini, Liceo Classico Michelangiolo, Firenze
Ugo Barbieri, Ist. Compr. Goldoni", Villaverla (Vi)
Umberto Del Buono, Istituto Tecnico Buonarroti, Arezzo
Valentina Ferone, Istituto Superiore Antonio Serra, Napoli
Valeria Alberti, Liceo Artistico di Sesto Fiorentino (Fi)
Valeria Scota, Liceo classico Luigi Galvani, Bologna
Valerio Tanini, Scuola Media Guicciardini, Poliziano, Firenze
Vania Pampaloni, Liceo Classico Socrate, Roma
Vanna Pellegrini, Liceo Classico Poliziano, Montepulciano (Si)
Vera Barbagli, Liceo Classico Michelangiolo, Firenze
Villa Maurizio, Istituto Tecnico Firpo-Buonarroti, Genova
Vincenza Lupo, Istituto Professionale Alberghiero di Erice (Tp)
Vincenzo Accurso, Istituto Superiore Nicola Pizi, Palmi (Rc)
Vincenzo Gabriele, Istituto Tecnico Luigi di Savoia, Chieti
Vincenzo Guerrieri, Is. Tec. Fioritto, S.Nicandro Garganico (Fg)
Vincenzo Somma, Istituto Comprensivo Palizzi, Casoria (Na)
Vincenzo Viola, Liceo Classico Carducci, Milano
mercoledì 25 maggio 2011
martedì 12 aprile 2011
DELLA LOGGIA E LE GENERAZIONI PERDUTE
Sul “Corriere della Sera” Ernesto Galli della Loggia è tornato ieri sul problema del merito a proposito della fuga dei cervelli dal nostro Paese. Come molti sanno, Della Loggia è stato uno dei firmatari del nostro appello a favore del merito e della responsabilità, un tema che gli è caro e che torna più volte nei suoi articoli. Su quello che scrive oggi, ritengo opportuno esprimere un paio di riflessioni. Innanzitutto ricordare che da tempo immemorabile le “eccellenze” abbandonano il nostro Paese perché molte di quelle cause che per Galli della Loggia sono oggi alla base di tale fughe, sono purtroppo ben radicate nella nostra storia e nella nostra antropologia culturale: familismo amorale e “rispetto” per le posizioni consolidate, in attesa del proprio turno.
A rendere ancora più drammatica la situazione rispetto al passato, si può dire che oggi hanno iniziato a fuggire, oltre ai geni e alle eccellenze, anche i bravi. Segno evidente che, malgrado il precipitare della crisi (nel senso più ampio del termine) il nostro sistema d’istruzione, e fa bene Della Loggia a evidenziarlo, “...pur con i centomila difetti che sappiamo”, è “ancora capace di produrre una formazione di eccellenza”.
Rimane il dominio della gerontocrazia, sia nei consigli di amministrazione che nel mondo politico. Poiché i giovani e i ragazzi in generale acquisiscono la loro formazione anche dagli esempi, sarebbe opportuno che qualcuno di quelli che contano, cominciasse a darglieli. Sarebbe veramente un bel segnale vedere i politici tornare al loro lavoro di provenienza, se mai vi è stato, dopo un’esperienza politica non più infinita, come spesso accade, ma giustamente limitata nel tempo. Oppure, sarebbe altrettanto auspicabile che i politici
non più eletti, anziché andare ad occupare poltrone in municipalizzate e
dintorni, si rimettessero in gioco seguendo le regole di coloro, la stragrande maggioranza dei cittadini, che non possono contare su alcun tipo di privilegi. Allo stesso modo sarebbe un bel segnale l’abolizione degli albi professionali o la riforma dei centri per l’occupazione che possa renderli più trasparenti, davvero “pubblici” ed in grado di gestire i curricula di chi cerca occupazione. Ed infine, senza timore di essere tacciato di facile moralismo, credo sia necessario che i nostri discorsi tornino ad occuparsi dell’onesto e retto “ conversar cittadino” se non vogliamo rischiare il precipizio morale.
Solo chi lavora con i giovani riesce a percepire la drammaticità del loro silenzio che può tuttavia diventare in ogni momento esplosivo. Questo, solo questo, mi sentirei di aggiungere all’interessante analisi di Galli della Loggia.
Valerio Vagnoli
A rendere ancora più drammatica la situazione rispetto al passato, si può dire che oggi hanno iniziato a fuggire, oltre ai geni e alle eccellenze, anche i bravi. Segno evidente che, malgrado il precipitare della crisi (nel senso più ampio del termine) il nostro sistema d’istruzione, e fa bene Della Loggia a evidenziarlo, “...pur con i centomila difetti che sappiamo”, è “ancora capace di produrre una formazione di eccellenza”.
Rimane il dominio della gerontocrazia, sia nei consigli di amministrazione che nel mondo politico. Poiché i giovani e i ragazzi in generale acquisiscono la loro formazione anche dagli esempi, sarebbe opportuno che qualcuno di quelli che contano, cominciasse a darglieli. Sarebbe veramente un bel segnale vedere i politici tornare al loro lavoro di provenienza, se mai vi è stato, dopo un’esperienza politica non più infinita, come spesso accade, ma giustamente limitata nel tempo. Oppure, sarebbe altrettanto auspicabile che i politici
non più eletti, anziché andare ad occupare poltrone in municipalizzate e
dintorni, si rimettessero in gioco seguendo le regole di coloro, la stragrande maggioranza dei cittadini, che non possono contare su alcun tipo di privilegi. Allo stesso modo sarebbe un bel segnale l’abolizione degli albi professionali o la riforma dei centri per l’occupazione che possa renderli più trasparenti, davvero “pubblici” ed in grado di gestire i curricula di chi cerca occupazione. Ed infine, senza timore di essere tacciato di facile moralismo, credo sia necessario che i nostri discorsi tornino ad occuparsi dell’onesto e retto “ conversar cittadino” se non vogliamo rischiare il precipizio morale.
Solo chi lavora con i giovani riesce a percepire la drammaticità del loro silenzio che può tuttavia diventare in ogni momento esplosivo. Questo, solo questo, mi sentirei di aggiungere all’interessante analisi di Galli della Loggia.
Valerio Vagnoli
giovedì 7 aprile 2011
FORMAZIONE PROFESSIONALE: RIUSCIRÀ LA TOSCANA A LIBERARSI DAL DIRIGISMO?
(da "ilsussidiario.net" di oggi)
Non piccolo errore fanno que’ padri di famiglia
che non lasciano fare nella fanciullezza il corso della natura
agl’ingegni dei figlioli e che non lasciano esercitarli
in quelle facultà che più sono secondo il gusto loro.
Perocché il voler volgerli a quello che non va loro per l’animo
è un cercar manifestamente che non siano mai eccellenti in cosa nessuna;
essendo che si vede quasi sempre
che coloro che non operano secondo la voglia loro
non fanno molto profitto in qualsivoglia esercizio.(Giorgio Vasari)
Stando all’intervento di Patrizio Bianchi, assessore alla scuola dell’Emilia Romagna, sembra che quel governo regionale stia facendo passi avanti “non puramente marginali” per superare, come ha scritto Marco Lepore, “l’ideologia che vuole costringere i ragazzi a sedere dietro un banco di scuola superiore a dispetto di qualsiasi attitudine o capacità”.
In questi giorni anche in Toscana si sta mettendo a punto, fra riunioni e consultazioni di dirigenti, la configurazione dei trienni di IeFP. Per valutare gli eventuali progressi, va premesso che è proprio in Toscana che si è espressa nel modo forse più radicale la linea politico-culturale avversa alla pari dignità della formazione professionale come modalità di assolvimento dell’obbligo. Per rendersene conto, basta leggere Le linee guida sull’attuazione dell’obbligo di istruzione in Toscana dell’agosto 2007, che con grande chiarezza si pronunciano sull’obbligo di istruzione:
“L’obbligo di istruzione in Toscana sarà obbligo scolastico. La Regione Toscana non si avvarrà della possibilità prevista dalla Finanziaria per l’anno 2007 di fare convenzioni con il Ministero della Pubblica Istruzione per percorsi alternativi alla scuola fino ai 16 anni.
La scelta di far assolvere nella scuola, ai ragazzi toscani, l’obbligo d’istruzione fino a 16 anni, è dettata dalla profonda convinzione che è all’interno della scuola che si devono acquisire le competenze di base.
L’obiettivo di fondo è portare quanti più ragazzi e ragazze possibile al diploma di maturità; per questo ci dobbiamo impegnare per creare, per tutti, le condizioni migliori per stare bene a scuola, con profitto”.
L’obbiettivo finale era la maturità per tutti. Per il momento ci si accontentava di un biennio delle superiori. La chiave di volta per far funzionare il “modello toscano” veniva individuata nell’innovazione metodologica e soprattutto nella “didattica laboratoriale”, a cui molti sembrano affidare un compito quasi taumaturgico. Per gli allievi in grave difficoltà e per chi abbandonava, si prevedevano “interventi di presa in carico, orientamento e tutoraggio.”. Chi resisteva, poteva finalmente approdare esausto a un terzo anno professionalizzante, che ha poi avuto regolarmente inizio con molti mesi di ritardo, riuscendo peraltro a soddisfare solo una piccola parte delle domande.
Intanto l’elevatissimo numero di bocciature e di abbandoni nei professionali e nei tecnici, nonché il continuo aumento delle classi ingovernabili perché frequentate da ragazzi frustrati nelle loro attitudini, fanno sì che nella primavera dello scorso anno, in occasione delle elezioni regionali, ben 85 presidi toscani firmino una Lettera aperta ai partiti e ai candidati, promossa dal Gruppo di Firenze per la scuola del merito e della responsabilità, in cui chiedono al futuro governo toscano di cambiare decisamente rotta, affermando tra l’altro di non avere dubbi sul fatto che la formazione professionale “sia scuola a tutti gli effetti e costituisca, se adeguatamente supportata e finanziata, una risorsa strategica per lo sviluppo e una preziosa possibilità di autorealizzazione per molti giovani”.
L’iniziativa mette a nudo l’insuccesso del modello toscano, fino a quel momento ufficialmente indiscusso, modello che pochi mesi dopo deve subire anche la bocciatura della Corte Costituzionale (Sentenza 02.11.2010, n. 309). Diventa obbligatorio cambiare strada, complice anche l’accordo Stato-Regioni.
Dei lavori in corso per il varo dei percorsi triennali in Toscana, per il momento si sa che ci si baserà sul cosiddetto “regime surrogatorio A”, che affida alle scuole il compito di strutturarli utilizzando i margini di flessibilità e autonomia a loro disposizione. Fra il primo e il secondo anno sembra che si prevedano 900 ore di materie dell’area professionale e altre 900 in terza. La Regione interverrebbe a sostegno delle scuole per un impegno economico di circa tre milioni di euro annui: anche qui un passo avanti, ma senza dubbio ancora insufficiente. C’è comunque ancora molta strada da fare, anche in assenza di possibili tentazioni gattopardesche.
Ma per voltare davvero pagina e allinearsi con le esperienze che stanno drasticamente abbassando i tassi di dispersione e offrono a tanti ragazzi la possibilità di far fruttare i loro talenti, è indispensabile abbandonare i luoghi comuni che in Toscana hanno sorretto la damnatio della formazione professionale. Il più resistente è che quest’ultima non consenta di formarsi sufficienti basi culturali, mentre è vero che tutte le esperienze più avanzate comprendono un adeguato - e a volte anche notevole - numero di ore di cultura generale. Ed è altrettanto vero che avvicinarsi e appassionarsi a un mestiere, mediante una concreta esperienza su cui riflettere, discutere, acquisire delle conoscenze, è certamente formativo anche sul piano culturale.
Si dice poi che a quattordici anni è troppo presto per una scelta che condizionerà tutta la vita; ma non si tratta per niente di una scelta irreversibile. Ormai viene data ovunque la possibilità di rimediare a decisioni rivelatesi insoddisfacenti e di reinserirsi nei percorsi di istruzione. Dove la formazione professionale ha avuto un adeguato sviluppo ed è supportata dai necessari investimenti, inoltre, è prevista una progressione verso l’alto che può portare all’alta formazione professionale e anche all’università.
Va infine sottolineato il ruolo che in questa partita potrebbero giocare molte imprese, con l’assumersi responsabilità maggiori rispetto a quanto spesso fatto fino a oggi, investendo ad esempio nella formazione dei tutor destinati a seguire all’interno delle aziende i ragazzi impegnati nell’alternanza scuola-lavoro.
Giorgio Ragazzini
Non piccolo errore fanno que’ padri di famiglia
che non lasciano fare nella fanciullezza il corso della natura
agl’ingegni dei figlioli e che non lasciano esercitarli
in quelle facultà che più sono secondo il gusto loro.
Perocché il voler volgerli a quello che non va loro per l’animo
è un cercar manifestamente che non siano mai eccellenti in cosa nessuna;
essendo che si vede quasi sempre
che coloro che non operano secondo la voglia loro
non fanno molto profitto in qualsivoglia esercizio.(Giorgio Vasari)
Stando all’intervento di Patrizio Bianchi, assessore alla scuola dell’Emilia Romagna, sembra che quel governo regionale stia facendo passi avanti “non puramente marginali” per superare, come ha scritto Marco Lepore, “l’ideologia che vuole costringere i ragazzi a sedere dietro un banco di scuola superiore a dispetto di qualsiasi attitudine o capacità”.
In questi giorni anche in Toscana si sta mettendo a punto, fra riunioni e consultazioni di dirigenti, la configurazione dei trienni di IeFP. Per valutare gli eventuali progressi, va premesso che è proprio in Toscana che si è espressa nel modo forse più radicale la linea politico-culturale avversa alla pari dignità della formazione professionale come modalità di assolvimento dell’obbligo. Per rendersene conto, basta leggere Le linee guida sull’attuazione dell’obbligo di istruzione in Toscana dell’agosto 2007, che con grande chiarezza si pronunciano sull’obbligo di istruzione:
“L’obbligo di istruzione in Toscana sarà obbligo scolastico. La Regione Toscana non si avvarrà della possibilità prevista dalla Finanziaria per l’anno 2007 di fare convenzioni con il Ministero della Pubblica Istruzione per percorsi alternativi alla scuola fino ai 16 anni.
La scelta di far assolvere nella scuola, ai ragazzi toscani, l’obbligo d’istruzione fino a 16 anni, è dettata dalla profonda convinzione che è all’interno della scuola che si devono acquisire le competenze di base.
L’obiettivo di fondo è portare quanti più ragazzi e ragazze possibile al diploma di maturità; per questo ci dobbiamo impegnare per creare, per tutti, le condizioni migliori per stare bene a scuola, con profitto”.
L’obbiettivo finale era la maturità per tutti. Per il momento ci si accontentava di un biennio delle superiori. La chiave di volta per far funzionare il “modello toscano” veniva individuata nell’innovazione metodologica e soprattutto nella “didattica laboratoriale”, a cui molti sembrano affidare un compito quasi taumaturgico. Per gli allievi in grave difficoltà e per chi abbandonava, si prevedevano “interventi di presa in carico, orientamento e tutoraggio.”. Chi resisteva, poteva finalmente approdare esausto a un terzo anno professionalizzante, che ha poi avuto regolarmente inizio con molti mesi di ritardo, riuscendo peraltro a soddisfare solo una piccola parte delle domande.
Intanto l’elevatissimo numero di bocciature e di abbandoni nei professionali e nei tecnici, nonché il continuo aumento delle classi ingovernabili perché frequentate da ragazzi frustrati nelle loro attitudini, fanno sì che nella primavera dello scorso anno, in occasione delle elezioni regionali, ben 85 presidi toscani firmino una Lettera aperta ai partiti e ai candidati, promossa dal Gruppo di Firenze per la scuola del merito e della responsabilità, in cui chiedono al futuro governo toscano di cambiare decisamente rotta, affermando tra l’altro di non avere dubbi sul fatto che la formazione professionale “sia scuola a tutti gli effetti e costituisca, se adeguatamente supportata e finanziata, una risorsa strategica per lo sviluppo e una preziosa possibilità di autorealizzazione per molti giovani”.
L’iniziativa mette a nudo l’insuccesso del modello toscano, fino a quel momento ufficialmente indiscusso, modello che pochi mesi dopo deve subire anche la bocciatura della Corte Costituzionale (Sentenza 02.11.2010, n. 309). Diventa obbligatorio cambiare strada, complice anche l’accordo Stato-Regioni.
Dei lavori in corso per il varo dei percorsi triennali in Toscana, per il momento si sa che ci si baserà sul cosiddetto “regime surrogatorio A”, che affida alle scuole il compito di strutturarli utilizzando i margini di flessibilità e autonomia a loro disposizione. Fra il primo e il secondo anno sembra che si prevedano 900 ore di materie dell’area professionale e altre 900 in terza. La Regione interverrebbe a sostegno delle scuole per un impegno economico di circa tre milioni di euro annui: anche qui un passo avanti, ma senza dubbio ancora insufficiente. C’è comunque ancora molta strada da fare, anche in assenza di possibili tentazioni gattopardesche.
Ma per voltare davvero pagina e allinearsi con le esperienze che stanno drasticamente abbassando i tassi di dispersione e offrono a tanti ragazzi la possibilità di far fruttare i loro talenti, è indispensabile abbandonare i luoghi comuni che in Toscana hanno sorretto la damnatio della formazione professionale. Il più resistente è che quest’ultima non consenta di formarsi sufficienti basi culturali, mentre è vero che tutte le esperienze più avanzate comprendono un adeguato - e a volte anche notevole - numero di ore di cultura generale. Ed è altrettanto vero che avvicinarsi e appassionarsi a un mestiere, mediante una concreta esperienza su cui riflettere, discutere, acquisire delle conoscenze, è certamente formativo anche sul piano culturale.
Si dice poi che a quattordici anni è troppo presto per una scelta che condizionerà tutta la vita; ma non si tratta per niente di una scelta irreversibile. Ormai viene data ovunque la possibilità di rimediare a decisioni rivelatesi insoddisfacenti e di reinserirsi nei percorsi di istruzione. Dove la formazione professionale ha avuto un adeguato sviluppo ed è supportata dai necessari investimenti, inoltre, è prevista una progressione verso l’alto che può portare all’alta formazione professionale e anche all’università.
Va infine sottolineato il ruolo che in questa partita potrebbero giocare molte imprese, con l’assumersi responsabilità maggiori rispetto a quanto spesso fatto fino a oggi, investendo ad esempio nella formazione dei tutor destinati a seguire all’interno delle aziende i ragazzi impegnati nell’alternanza scuola-lavoro.
Giorgio Ragazzini
domenica 27 febbraio 2011
LETTERA APERTA DI UN PRESIDE AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
di Valerio Vagnoli
Tuttavia non rinuncio a scriverLe. Così è fatto il genere umano, almeno certo genere umano: si legge un libro o si vede un film e ci si illude, pur sapendo quasi sempre vero il contrario, che ciò che si vede non sia frutto della fantasia, ma rappresenti la vita e la realtà. Allo stesso modo sono fatti i cittadini: non rinunciano a credere che in democrazia - e in democrazia ci troviamo senz’altro - qualche volta i governanti pensino con rispetto a loro che li hanno eletti (o che li hanno dovuti sopportare o subire) e che si preoccupino di loro. Ma trovarsi davanti ad un Presidente del Consiglio dei ministri che esprime disprezzo per un’istituzione come la scuola pubblica, che peraltro il suo governo ha contribuito a riformare e anche in parte a migliorare, è, mi creda, davvero troppo. Capisco che Ella conosca poco la pubblica istruzione: da quel che mi risulta Lei stesso ha studiato in una scuola privata e la medesima cosa hanno fatto i Suoi figlioli. Dubito che tra i Suoi interessi vi sia quello per i problemi che agitano il mondo giovanile e della formazione, e prendo atto che forse non si è mai occupato di leggere e interiorizzare quei grandi autori della destra liberale che tanto hanno contribuito a rendere più tollerante parte non indifferente del genere umano in quanto nemici acerrimi delle generalizzazioni che a Lei, in particolare in questi ultimi tempi, sembrano essere invece assai care.Se agli esponenti delle scuole parificate religiose avesse voluto fare un grande omaggio, da liberale come Ella si professa, avrebbe dovuto dire che la scuola pubblica è una grande opportunità anche per quella privata, perché rappresenta uno stimolo costante a far meglio e a migliorarsi, così come viceversa. Evidentemente Lei sapeva, e gli applausi dei Suoi interlocutori sembrano dargliene conferma, che la platea mirava ai finanziamenti e che della libera concorrenza, in fatto di formazione e istruzione, anche ieri tra quella gente non interessava a nessuno. Ovviamente Lei ha già smentito molte delle pessime cose dette ieri, a conferma di quello che un grande autore come Ennio Flaiano, in questi ultimi tempi finalmente ristampato, scrisse. E cioè che la situazione, purtroppo, è grave, ma non seria! So che non me ne vorrà, anche perché non mi leggerà senz’altro.
Tuttavia non rinuncio a scriverLe. Così è fatto il genere umano, almeno certo genere umano: si legge un libro o si vede un film e ci si illude, pur sapendo quasi sempre vero il contrario, che ciò che si vede non sia frutto della fantasia, ma rappresenti la vita e la realtà. Allo stesso modo sono fatti i cittadini: non rinunciano a credere che in democrazia - e in democrazia ci troviamo senz’altro - qualche volta i governanti pensino con rispetto a loro che li hanno eletti (o che li hanno dovuti sopportare o subire) e che si preoccupino di loro. Ma trovarsi davanti ad un Presidente del Consiglio dei ministri che esprime disprezzo per un’istituzione come la scuola pubblica, che peraltro il suo governo ha contribuito a riformare e anche in parte a migliorare, è, mi creda, davvero troppo. Capisco che Ella conosca poco la pubblica istruzione: da quel che mi risulta Lei stesso ha studiato in una scuola privata e la medesima cosa hanno fatto i Suoi figlioli. Dubito che tra i Suoi interessi vi sia quello per i problemi che agitano il mondo giovanile e della formazione, e prendo atto che forse non si è mai occupato di leggere e interiorizzare quei grandi autori della destra liberale che tanto hanno contribuito a rendere più tollerante parte non indifferente del genere umano in quanto nemici acerrimi delle generalizzazioni che a Lei, in particolare in questi ultimi tempi, sembrano essere invece assai care.Se agli esponenti delle scuole parificate religiose avesse voluto fare un grande omaggio, da liberale come Ella si professa, avrebbe dovuto dire che la scuola pubblica è una grande opportunità anche per quella privata, perché rappresenta uno stimolo costante a far meglio e a migliorarsi, così come viceversa. Evidentemente Lei sapeva, e gli applausi dei Suoi interlocutori sembrano dargliene conferma, che la platea mirava ai finanziamenti e che della libera concorrenza, in fatto di formazione e istruzione, anche ieri tra quella gente non interessava a nessuno. Ovviamente Lei ha già smentito molte delle pessime cose dette ieri, a conferma di quello che un grande autore come Ennio Flaiano, in questi ultimi tempi finalmente ristampato, scrisse. E cioè che la situazione, purtroppo, è grave, ma non seria! So che non me ne vorrà, anche perché non mi leggerà senz’altro.
LA CRITICA DEL PRESIDE: «SOLTANTO DA NOI MESCOLANZA DI CULTURE»
(Dal “Corriere della Sera” di domenica 27 febbraio 2011)
ROMA — «Ricordo al Tasso, anni fa, l'ora di religione di padre Gualberto Giachi, un gesuita dalla mente finissima. La seguivano tutti: credenti, non credenti, comunisti, chi veniva da altre fedi come gli ebrei. Altro che valori diversi o uguali rispetto a quelli della famiglia: una mescolanza del genere è una ricchezza che i ragazzi possono trovare solo nella scuola pubblica». Una vita in cattedra, professore di storia e filosofia sia nelle private che nelle pubbliche, «cattolico praticante», Rosario Salamone è preside del Visconti, liceo statale nel centro di Roma. Dice di essere «molto amareggiato» per le parole di Silvio Berlusconi ed è forse solo la sua gentilezza di modi ad impedirgli di usare espressioni più forti. «Nessuno vuole negare l'utilità della scuola privata — premette — che nel nostro Paese svolge un ruolo importantissimo. Pensate solo agli asili ed agli asili nido, che senza il privato quasi non esisterebbero. Ma dipingere la scuola pubblica in questo modo non corrisponde al vero, ed è molto grave». La scuola, come la storia, è fatta di uomini e quindi bisognerebbe distinguere caso per caso. «Ma semmai sono le private a correre qualche rischio di più, perché per definizione più autoreferenziali e meno propense ad ascoltare altre voci. Nella mia carriera di insegnante nella scuola pubblica ho spiegato di tutto, dalle Confessioni di Sant'Agostino alle teorie di Marx e nessuno ha mai pensato di censurarmi». Il punto è capire cosa sia successo in questi anni, come sia cambiato il ruolo degli insegnanti rispetto alle famiglie. «Sicuramente alla scuola sono stati trasferiti compiti e responsabilità che prima non aveva. Le famiglie hanno meno tempo da dedicare ai figli, anche la Chiesa, per dire, si occupa meno della formazione cristiana dei ragazzi, che non può essere certo delegata all'ora di religione. Ma questo vale sia per le pubbliche sia per le private».
Anche il preside Salamone considera molto importante che le parole di Berlusconi siano le stesse pronunciate nel 1994, al momento del suo ingresso in politica. In questi anni di tagli all'istruzione, il governo ha detto che era necessario razionalizzare la spesa e ridurre gli sprechi. Una frase del genere, ripetuta a distanza di quasi 20 anni, le fa pensare che invece l'intenzione sia quella di ridurre lo spazio per la scuola pubblica a favore di quella privata? «Spero di no e credo di no. Una società ha il dovere di raccogliersi intorno alle proprie istituzioni. In questo le scuole sono come gli ospedali, come le caserme della polizia e dei carabinieri. Se vengono attaccate e svilite così da un'altra istituzione ci sono dei contraccolpi che poi è difficile recuperare. È la società stessa che rischia di andare in frantumi».
Lorenzo Salvia
ROMA — «Ricordo al Tasso, anni fa, l'ora di religione di padre Gualberto Giachi, un gesuita dalla mente finissima. La seguivano tutti: credenti, non credenti, comunisti, chi veniva da altre fedi come gli ebrei. Altro che valori diversi o uguali rispetto a quelli della famiglia: una mescolanza del genere è una ricchezza che i ragazzi possono trovare solo nella scuola pubblica». Una vita in cattedra, professore di storia e filosofia sia nelle private che nelle pubbliche, «cattolico praticante», Rosario Salamone è preside del Visconti, liceo statale nel centro di Roma. Dice di essere «molto amareggiato» per le parole di Silvio Berlusconi ed è forse solo la sua gentilezza di modi ad impedirgli di usare espressioni più forti. «Nessuno vuole negare l'utilità della scuola privata — premette — che nel nostro Paese svolge un ruolo importantissimo. Pensate solo agli asili ed agli asili nido, che senza il privato quasi non esisterebbero. Ma dipingere la scuola pubblica in questo modo non corrisponde al vero, ed è molto grave». La scuola, come la storia, è fatta di uomini e quindi bisognerebbe distinguere caso per caso. «Ma semmai sono le private a correre qualche rischio di più, perché per definizione più autoreferenziali e meno propense ad ascoltare altre voci. Nella mia carriera di insegnante nella scuola pubblica ho spiegato di tutto, dalle Confessioni di Sant'Agostino alle teorie di Marx e nessuno ha mai pensato di censurarmi». Il punto è capire cosa sia successo in questi anni, come sia cambiato il ruolo degli insegnanti rispetto alle famiglie. «Sicuramente alla scuola sono stati trasferiti compiti e responsabilità che prima non aveva. Le famiglie hanno meno tempo da dedicare ai figli, anche la Chiesa, per dire, si occupa meno della formazione cristiana dei ragazzi, che non può essere certo delegata all'ora di religione. Ma questo vale sia per le pubbliche sia per le private».
Anche il preside Salamone considera molto importante che le parole di Berlusconi siano le stesse pronunciate nel 1994, al momento del suo ingresso in politica. In questi anni di tagli all'istruzione, il governo ha detto che era necessario razionalizzare la spesa e ridurre gli sprechi. Una frase del genere, ripetuta a distanza di quasi 20 anni, le fa pensare che invece l'intenzione sia quella di ridurre lo spazio per la scuola pubblica a favore di quella privata? «Spero di no e credo di no. Una società ha il dovere di raccogliersi intorno alle proprie istituzioni. In questo le scuole sono come gli ospedali, come le caserme della polizia e dei carabinieri. Se vengono attaccate e svilite così da un'altra istituzione ci sono dei contraccolpi che poi è difficile recuperare. È la società stessa che rischia di andare in frantumi».
Lorenzo Salvia
venerdì 18 febbraio 2011
COPIARE È COLPA GRAVE (IN GERMANIA)
di Giovanni Belardelli
Certamente nel caso di plagio di cui è accusato il ministro zu Guttenberg — che, si sostiene, avrebbe copiato di sana pianta una parte della sua tesi di dottorato — a colpire è il fatto che esso riguardi uno dei politici tedeschi di maggiore successo presso l'opinione pubblica. Ma l'episodio, almeno osservato dall'Italia, colpisce forse ancora di più per l'enorme risalto che alla vicenda sta dedicando la stampa tedesca, la quale ritiene l'aver copiato (cioè, a chiamare le cose col loro nome, il furto delle idee e del lavoro intellettuale altrui) una colpa grave.
Un analogo rilievo sarebbe difficilmente immaginabile nel nostro Paese, dove episodi del genere non hanno mai innescato uno scandalo paragonabile a quello in cui si trova coinvolto il ministro della Difesa tedesco. Questo perché, come sappiamo tutti, in Italia è abbastanza diffusa l'idea che copiare sia in fondo una colpa lieve, che anzi per molti si configura come un comportamento lecito. Secondo la gerarchia dei valori e dei disvalori che abita nel profondo la nostra cultura, copiare rappresenta tutt'al più un peccato veniale, che dunque non occorre riceva l'unica vera sanzione che può indirizzare i comportamenti di una collettività, la disapprovazione sociale. Solo in Italia, credo, è potuto accadere che nel giugno scorso, alla vigilia delle prove di maturità, il Tg1 trasmettesse un ammiccante servizio su tutte le tecniche disponibili per copiare. Solo nel nostro Paese è potuto accadere che l'Invalsi, l'organismo che si occupa delle prove di valutazione nelle scuole, un paio d'anni fa si sia trovato costretto a denunciare il fatto che non pochi insegnanti lasciano tranquillamente copiare i loro alunni durante le prove. Appropriarsi del libro di qualcun altro, dunque il plagio in senso stretto del quale è accusato il ministro tedesco, è cosa evidentemente più grave del copiare a scuola per ottenere in modo scorretto un voto che non si merita. Ma anche quando nel nostro Paese un episodio di plagio viene reso noto, suscita in genere le reazioni timide e impacciate di chi anzitutto dovrebbe esprimere una censura, i colleghi dello stesso campo di studi. Stando così le cose, essendo questo il sentire comune o comunque largamente esteso, ho la sensazione che l'Italia di oggi sia uno dei massimi centri della copiatura per quel che attiene alle tesi di laurea: lavoro complesso e impegnativo se fatto seriamente e da soli; facile, anzi facilissimo, se ci si rivolge a centri e istituti appositi oppure, senza neanche sborsare un euro, a quell'immenso serbatoio di testi e tesi altrui che è rappresentato da Internet. Ma c'è forse un'ulteriore questione che ciò che sta avvenendo in Germania solleva, se visto dall'Italia. Almeno a prima vista, il fatto che nel nostro Paese i casi di plagio ricevano una scarsa attenzione sembra contraddire quella esigenza di moralizzazione, quel bisogno di comportamenti eticamente più adeguati che, con alterne vicende, anima l'opinione pubblica italiana da vent'anni in qua, dai tempi almeno di Tangentopoli. Perché, in sostanza, ci scandalizziamo di fronte ai casi di corruzione politica o a comportamenti come quelli, privati ma censurabilissimi, del presidente del Consiglio, e nessuno si scandalizzerebbe davvero — temo — per un ministro che ha copiato la sua tesi di dottorato? Credo che questo abbia a che fare con l'idea che l'esigenza di moralizzazione riscalda veramente i cuori, mobilita i sentimenti dell'opinione pubblica italiana o d'una sua ampia parte solo se diventa movimento collettivo, disegno politico o parapolitico di «pulizia etica» (per riprendere un'espressione usata da Ostellino su questo giornale). Come se, intendo dire, l'etica abbia bisogno di individuare un nemico e insieme una dimensione politica di massa. Rimaniamo invece un po' tutti poco sensibili a un'etica intesa anzitutto come responsabilità individuale delle proprie azioni private (qual è quella che appunto coinvolge il copiare o meno), in cui non ci sono vantaggi o obiettivi politici da perseguire, in cui il vero nemico è semmai la parte buia e oscura, la tentazione del male, che si nasconde in ognuno di noi.
(Dal "Corriere della Sera" di venerdì 18 febbraio 2011)
Certamente nel caso di plagio di cui è accusato il ministro zu Guttenberg — che, si sostiene, avrebbe copiato di sana pianta una parte della sua tesi di dottorato — a colpire è il fatto che esso riguardi uno dei politici tedeschi di maggiore successo presso l'opinione pubblica. Ma l'episodio, almeno osservato dall'Italia, colpisce forse ancora di più per l'enorme risalto che alla vicenda sta dedicando la stampa tedesca, la quale ritiene l'aver copiato (cioè, a chiamare le cose col loro nome, il furto delle idee e del lavoro intellettuale altrui) una colpa grave.
Un analogo rilievo sarebbe difficilmente immaginabile nel nostro Paese, dove episodi del genere non hanno mai innescato uno scandalo paragonabile a quello in cui si trova coinvolto il ministro della Difesa tedesco. Questo perché, come sappiamo tutti, in Italia è abbastanza diffusa l'idea che copiare sia in fondo una colpa lieve, che anzi per molti si configura come un comportamento lecito. Secondo la gerarchia dei valori e dei disvalori che abita nel profondo la nostra cultura, copiare rappresenta tutt'al più un peccato veniale, che dunque non occorre riceva l'unica vera sanzione che può indirizzare i comportamenti di una collettività, la disapprovazione sociale. Solo in Italia, credo, è potuto accadere che nel giugno scorso, alla vigilia delle prove di maturità, il Tg1 trasmettesse un ammiccante servizio su tutte le tecniche disponibili per copiare. Solo nel nostro Paese è potuto accadere che l'Invalsi, l'organismo che si occupa delle prove di valutazione nelle scuole, un paio d'anni fa si sia trovato costretto a denunciare il fatto che non pochi insegnanti lasciano tranquillamente copiare i loro alunni durante le prove. Appropriarsi del libro di qualcun altro, dunque il plagio in senso stretto del quale è accusato il ministro tedesco, è cosa evidentemente più grave del copiare a scuola per ottenere in modo scorretto un voto che non si merita. Ma anche quando nel nostro Paese un episodio di plagio viene reso noto, suscita in genere le reazioni timide e impacciate di chi anzitutto dovrebbe esprimere una censura, i colleghi dello stesso campo di studi. Stando così le cose, essendo questo il sentire comune o comunque largamente esteso, ho la sensazione che l'Italia di oggi sia uno dei massimi centri della copiatura per quel che attiene alle tesi di laurea: lavoro complesso e impegnativo se fatto seriamente e da soli; facile, anzi facilissimo, se ci si rivolge a centri e istituti appositi oppure, senza neanche sborsare un euro, a quell'immenso serbatoio di testi e tesi altrui che è rappresentato da Internet. Ma c'è forse un'ulteriore questione che ciò che sta avvenendo in Germania solleva, se visto dall'Italia. Almeno a prima vista, il fatto che nel nostro Paese i casi di plagio ricevano una scarsa attenzione sembra contraddire quella esigenza di moralizzazione, quel bisogno di comportamenti eticamente più adeguati che, con alterne vicende, anima l'opinione pubblica italiana da vent'anni in qua, dai tempi almeno di Tangentopoli. Perché, in sostanza, ci scandalizziamo di fronte ai casi di corruzione politica o a comportamenti come quelli, privati ma censurabilissimi, del presidente del Consiglio, e nessuno si scandalizzerebbe davvero — temo — per un ministro che ha copiato la sua tesi di dottorato? Credo che questo abbia a che fare con l'idea che l'esigenza di moralizzazione riscalda veramente i cuori, mobilita i sentimenti dell'opinione pubblica italiana o d'una sua ampia parte solo se diventa movimento collettivo, disegno politico o parapolitico di «pulizia etica» (per riprendere un'espressione usata da Ostellino su questo giornale). Come se, intendo dire, l'etica abbia bisogno di individuare un nemico e insieme una dimensione politica di massa. Rimaniamo invece un po' tutti poco sensibili a un'etica intesa anzitutto come responsabilità individuale delle proprie azioni private (qual è quella che appunto coinvolge il copiare o meno), in cui non ci sono vantaggi o obiettivi politici da perseguire, in cui il vero nemico è semmai la parte buia e oscura, la tentazione del male, che si nasconde in ognuno di noi.
(Dal "Corriere della Sera" di venerdì 18 febbraio 2011)
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