giovedì 19 marzo 2015

LO STILE EDUCATIVO PATERNO: UN RECUPERO NECESSARIO

La festa del papà può anche essere utile se induce a una riflessione sul ruolo del padre. Per esempio a partire da un bel libro del 2006, ma ancora disponibile, dello psicoterapeuta Osvaldo Poli: Cuore di papà (sottotitolo Il modo maschile di educare). Un testo importante per i genitori, ma anche per gli insegnanti e per tutti gli educatori, soprattutto in una cultura, come la nostra, maternalizzata all’eccesso, in cui cioè si tende a utilizzare in modo quasi esclusivo lo stile educativo materno, legato alla cura e alla protezione, e a evitare sempre e comunque ai figli l’incontro con prove, difficoltà, limiti, sofferenze, con il risultato di renderli fragili. Lo stile paterno tende invece a mettere i figli di fronte alla realtà. Usa un linguaggio più diretto e franco, è meno disposto ad abbassare gli ostacoli, sopporta meglio la paura di far soffrire i figli quando è necessario dire la verità o spingerli ad affrontare le difficoltà oppure ad assumersi le loro responsabilità.
Poli fonda la sua riflessione “sul presupposto antropologico che esista un’originaria diversità, che caratterizza l’uomo e la donna sul piano fisico, psicologico e spirituale; e che le differenze di genere non siano riconducibili ad una sovrastruttura culturale, dal cui potere di condizionamento sia desiderabile e possibile liberarsi”. Ma avverte anche che “gli stili educativi paterno e materno sono presenti solo in termini di prevalenza nei papà e nelle mamme concreti, ed è certo che molte madri si riconosceranno maggiormente nel profilo qui indicato come maschile più che in quello femminile”. Facendosi “contaminare” dalle rispettive sensibilità, i genitori possono costruire una cultura educativa di coppia, in cui i due stili educativi, entrambi necessari, si completano e si armonizzano.
Naturalmente la riflessione è estremamente utile anche per la scuola, il cui primo gradino non a caso si chiamava “scuola materna”, ma che, in quanto ha il compito di introdurre nel mondo le nuove generazioni, non può assolutamente permettersi di trascurare il codice paterno; come purtroppo colpevolmente sta facendo da decenni. (GR)