skip to main |
skip to sidebar
Della lettera dell’Anp al Ministro con
cui Giorgio Rembado chiede in sostanza di fare tutto il possibile per evitare
che gli esami di Stato siano una barzelletta, i giornali e i siti web mettono
soprattutto in evidenza, specie nei titoli, la proposta di utilizzare i rilevatori
di cellulari e quella di vietare ai siti la pubblicazione in tempo reale di
traduzioni e soluzioni dei problemi. Ma, come giustamente fa notare il
presidente dell’Anp, c’è anche un altro versante, non meno decisivo: quello di
ridurre a zero la trascuratezza e l’indulgenza nei controlli di una parte dei
commissari. Cioè una questione di etica professionale, grande assente nel
dibattito pubblico sulla scuola, benché base indispensabile del suo buon
funzionamento. E lo diciamo avendo ricevuto in questi anni decine e decine di
testimonianze di colleghi che prendono sul serio il loro ruolo di pubblici ufficiali
nonché quello di educatori.
Viene poi valorizzata l’obbiezione finanziaria
del sito Skuola.net, che presuppone l’acquisto di un rilevatore per ogni classe
(spendendo dai 450 mila a 2 milioni e duecentomila euro), quando ne
basterebbero per cominciare uno o due per scuola; al cui acquisto potrebbero anche
provvedere gli istituti sede d’esame, con la possibilità di utilizzarli anche durante
l’anno. Venti o quaranta euro di esborso per la serietà della scuola se li
possono permettere persino le disastrate casse delle scuole italiane.
Lo stesso sito, come abbiamo già rilevato
ieri, considera poi sufficiente l’autoregolamentazione un po’ furbesca che
limiti il divieto di pubblicazione delle prove al “tempo minimo di consegna”; e
perché non fino al termine dell’orario d’esame?
Ne parlano tra gli altri “La
Repubblica”, con un servizio
di Corrado Zunino, e “QN”,
parecchio sbilanciato dalla parte di Skuola.it. (GR)
Per i commenti, tornare alla pagina precedente.
La Regione Toscana ha aperto agli
Istituti alberghieri la possibilità di sperimentare in alcune prime classi, dal settembre 2013, il cosiddetto percorso
professionale “complementare”. A differenza di quello “integrato”, che prevede solo
una molto parziale individualizzazione in
senso laboratoriale per gli studenti in difficoltà, il complementare è un vero
e proprio corso professionale autonomo, della durata di tre anni, con molte più
ore di laboratorio e meno di altre materie più teoriche, al termine del quale
viene rilasciata una qualifica utile per entrare nel mondo del lavoro. Chi
vuole può anche rientrare nel normale percorso quinquennale di istruzione professionale.
Insomma, esattamente la proposta che facemmo nel convegno
fiorentino del novembre 2009, poi fatta propria nella primavera successiva da
ottantasette presidi toscani con una lettera aperta in vista delle elezioni
regionali. La novità è veramente importante e va
dato atto agli assessorati competenti di aver avuto il coraggio, così poco
frequente nell’establishment politico-amministrativo italiano, di rivedere le proprie
posizioni; e questo tanto più va riconosciuto considerando nella sinistra l’ostilità
verso la formazione professionale, specie per chi esce dalla scuola media,
continua a essere ancora vastissima, come testimonia anche il recente programma
elettorale del Pd. Peraltro neppure le forze politiche di opposizione
hanno preso in questi anni su questa materia qualche iniziativa, né mi risulta
che almeno le abbiano dedicato dei momenti di approfondimento. Intanto godiamo
di questa bella novità, augurandoci che il nuovo percorso possa davvero intercettare
le attese e le aspirazioni di quei ragazzi che si
sentono maggiormente portati per la formazione professionale. Sarà importante che tutte le classi coinvolte vengano
costantemente monitorate, anche per poter portare dei correttivi qualora questi
si rendessro opportuni. E auguriamoci che i tassi di bocciatura nelle prime e nelle seconde classi degli alberghieri possano subire una sensibile flessione. (VV)
Per commentare torna alla pagina precedente.