Qualche giorno fa Gian Antonio Stella ha
commentato con abbondanza di confronti internazionali i dati sull’età media elevata
degli insegnanti italiani. Il problema non è nuovo e risaputa ne è la causa
fondamentale: i numerosi aumenti dell’età pensionabile degli ultimi vent’anni. Stella
lo tratta in tono catastrofista, quasi avesse trovato l’origine di tutti i mali
della scuola. Non è un problema da trascurare, soprattutto per la scuola dell’infanzia
e la primaria che richiedono maggiore energia; ma non è certo il motivo principale
della crisi, anche considerando che l’esperienza può compensare in parte il
logorìo di una professione sempre più impegnativa. Anche ben oltre i cinquant’anni
si può essere motivati, purché il governo della scuola dia ai docenti mezzi e stipendi
adeguati, dirigenti preparati e ben retribuiti, edifici confortevoli e
funzionali; e ne sostenga l’autorità di fronte alle famiglie e agli studenti,
ai quali invece indirizza spesso messaggi demagogici e deresponsabilizzanti. Di
fronte a questa semplificazione, un docente romano si è risentito e ha scritto
al “Corriere”. Enrico Rufi, giornalista di “Radio Radicale” gli ha dedicato un efficace
servizio. (GR)
L’articolo
di Gian Antonio Stella.