lunedì 25 giugno 2012

IL COMUNICATO STAMPA NON PUBBLICATO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO DI PONTREMOLI

Riceviamo dal Dirigente dell’Istituto comprensivo “Tifoni” di Pontremoli il testo del comunicato stampa da lui inviato ai giornali il 12 giugno e non pubblicato da nessun organo di informazione. Nella lettera di accompagnamento , dopo averci ringraziato  per il sostegno (“in queste situazioni la ‘vicinanza’ dei colleghi è molto importante!”) e “per le riflessioni, importanti e significative, fatte da persone che vivono quotidianamente la ‘scuola reale’ “, il preside Ferdani aggiunge: “È vero, nessun sindacato ha preso posizione, non solo nei miei confronti, ma, cosa che più mi amareggia, nei confronti delle ‘mie maestre’ di cui conosco la serietà professionale e la sensibilità umana (le ho viste piangere in diverse occasioni!)”. Infine torna su un punto a cui aveva già accennato nelle cronache di questi giorni: “ È bene che anche voi sappiate che in un Istituto Comprensivo vicino ne sono stati fermati, sempre in classe prima, quattro, due in una classe di 9 alunni e due in una classe di 7”. Come dire: è legittimo chiedersi il perché di questa differenza di trattamento?
Ecco il testo del comunicato stampa.

In riferimento alla non ammissione alla classe successiva di n° 5 alunni di classe prima nel plesso “Tifoni” dell’omonimo Istituto Comprensivo di Pontremoli, in qualità di Dirigente Scolastico intendo precisare quanto segue.
Il “ fermo scolastico”, previsto dall’art.2 della legge n° 53/2003 che ha modificato radicalmente l’articolazione interna della Scuola Primaria, prevedendo, in sostituzione dei cicli, un monoennio e due bienni, al termine dei quali valutare approfonditamente il percorso scolastico dell’alunno, è stato ampiamente discusso (e concordato) nel corso di ripetuti incontri con i docenti di classe.
Le valutazioni formulate, frutto di osservazioni puntuali e di verifiche oggettive, hanno evidenziato il mancato raggiungimento degli obiettivi minimi richiesti, in termine di “alfabetizzazione strumentale”, per poter accedere alla classe successiva.
La decisione assunta, pur con il rammarico che essa comporta (“fermare un alunno è, per la scuola, una scelta sempre difficile e spiacevole”) è stata decisa  nell’interesse, unico ed esclusivo, degli alunni, al fine di consentire loro, in tempi più lunghi di apprendimento, un percorso scolastico maggiormente rispondente ai ritmi di sviluppo e di maturazione propri di ogni singolo soggetto.
Ribadisco pertanto che il fermo scolastico è stato deciso unicamente per il “bene” del bambino che la scuola intende perseguire sempre e comunque, nella convinzione che, come un autorevole pedagogista ha scritto recentemente, una “scuola senza bocciature è una scuola destinata al fallimento” (e non “una scuola che boccia se stessa” frase fatta e irrispettosa della professionalità dei docenti).
Il “fermo scolastico” è stato deciso dopo aver attuato, nel corso dell’anno e in particolare del 2° quadrimestre, tutta una serie di interventi personalizzati da parte degli insegnanti di classe che purtroppo, considerato il livello di maturazione personale degli alunni, non hanno dato gli esiti attesi.
La scuola è in grado di documentare, con puntuale riferimento, tutto il lavoro di recupero e potenziamento didattico che è stato proposto, compresi i verbali relativi alle visite alle classi che lo scrivente effettua regolarmente almeno due volte all’anno.
Nel ribadire pertanto che il “fermo scolastico”  dei cinque alunni delle due classi prime è scaturito dal mancato raggiungimento delle competenze minime richieste a conclusione del primo anno di Scuola Primaria, intendo sconfessare, in maniera assoluta, considerazioni e dicerie in merito alla numerosità delle sezioni e pettegolezzi sconsiderati e strumentali circa la formazione delle future classi prime  (che, a detta di alcuni genitori, potrebbero diventare tre, contando gli alunni respinti).
Nel dichiararmi amareggiato per l’amplificazione che la stampa ha voluto riservare a una scelta, certamente impopolare ma che rientra nelle prerogative della scuola e nella “libertà di valutazione” dei docenti, mortificandone l’impegno e la professionalità, e facendo, questo sì, il “male dei fanciulli”, intendo assumermi, per intero, la responsabilità delle suddette bocciature, mettendomi a disposizione dei superiori organi gerarchici di cui auspico un personale e immediato interessamento per riscattare l’immagine di una scuola pubblica che ha sempre operato, con fatica ma anche con entusiasmo e passione, per il bene  e per la crescita di tutti i fanciulli, nessuno escluso, come dimostrano le tante iniziative (e i tanti riconoscimenti!) di cui si dà conto nel Piano dell’Offerta Formativa dell’Istituto “Tifoni”.       
Il Dirigente Scolastico
Angelo Ferdani 
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