Si legge con intenso e spesso amaro diletto questo pamphlet di
Raffaele Simone, intitolato Il paese del pressappoco. Autorevole linguista, l'
autore immagina di inviare trentacinque lettere a un suo amico straniero che ha
vissuto a lungo in Italia, e poi ne è partito, anzi quasi "fuggito". Il pretesto
epistolare consente a Simone di esplorare la letteratura che ha per tema la
nostra comunità nazionale e i suoi dati di carattere. Dai fondatori della
moderna scienza politica ai viaggiatori-memorialisti del Grand Tour, da qualche
sublime artista in veste di entomologo sociale (Leopardi avanti a tutti) agli
antifascisti più sagaci e disperati: sarebbe difficile scoprire una sdrucitura
nella trama dei suoi rimandi culturali. Il tutto, distribuito qua e là nel
volume, a sostegno d' una tesi di fondo: l' Italia è un «paese minore», che
giace «su un fondo immobile di radicale, incorreggibile arretratezza». La stessa
bellezza di cui lo hanno dotato la natura e la storia viene considerata un
impaccio da neutralizzare. La vita sociale è un inferno per la somma
inesauribile degli egocentrismi. Nulla funziona a dovere. La giustizia è
permeata da una cultura clericale che - affermava Salvemini - «punisce il
peccato come se fosse delitto e perdona il delitto come se fosse peccato». La
vita familiare è viziata da quel "mammismo" al quale nel 1998 Antonio Gambino
dedicò un saggio assai penetrante, Inventario italiano. E poi, il rumore eletto
a genius loci, i mezzi pubblici ridotti a «sentine di coatti e di sfigati»; i
motorini trionfanti, «truci blade runner a cui nulla e nessuno può opporsi».
«Inefficiente, abusiva, sporca scostante, inquinata, provinciale»: tutto questo
è la (mancata) nazione italiana, che si conferma ogni giorno di più,
gobettianamente, «nata da un soliloquio di Cavour». L' umor nero dell' autore
non concede altra requie che non sia l' eleganza dello stile. Ma è già tanto.
Sulla problematica ricerca di soluzioni domina un lucido sconforto.
Il paese del
pressappoco di Raffaele Simone, Garzanti, Pagg. 236, euro 14
(Da "La Repubblica" del 22 ottobre 2005)
(Da "La Repubblica" del 22 ottobre 2005)