di Valerio Vagnoli
Tuttavia non rinuncio a scriverLe. Così è fatto il genere umano, almeno certo genere umano: si legge un libro o si vede un film e ci si illude, pur sapendo quasi sempre vero il contrario, che ciò che si vede non sia frutto della fantasia, ma rappresenti la vita e la realtà. Allo stesso modo sono fatti i cittadini: non rinunciano a credere che in democrazia - e in democrazia ci troviamo senz’altro - qualche volta i governanti pensino con rispetto a loro che li hanno eletti (o che li hanno dovuti sopportare o subire) e che si preoccupino di loro. Ma trovarsi davanti ad un Presidente del Consiglio dei ministri che esprime disprezzo per un’istituzione come la scuola pubblica, che peraltro il suo governo ha contribuito a riformare e anche in parte a migliorare, è, mi creda, davvero troppo. Capisco che Ella conosca poco la pubblica istruzione: da quel che mi risulta Lei stesso ha studiato in una scuola privata e la medesima cosa hanno fatto i Suoi figlioli. Dubito che tra i Suoi interessi vi sia quello per i problemi che agitano il mondo giovanile e della formazione, e prendo atto che forse non si è mai occupato di leggere e interiorizzare quei grandi autori della destra liberale che tanto hanno contribuito a rendere più tollerante parte non indifferente del genere umano in quanto nemici acerrimi delle generalizzazioni che a Lei, in particolare in questi ultimi tempi, sembrano essere invece assai care.Se agli esponenti delle scuole parificate religiose avesse voluto fare un grande omaggio, da liberale come Ella si professa, avrebbe dovuto dire che la scuola pubblica è una grande opportunità anche per quella privata, perché rappresenta uno stimolo costante a far meglio e a migliorarsi, così come viceversa. Evidentemente Lei sapeva, e gli applausi dei Suoi interlocutori sembrano dargliene conferma, che la platea mirava ai finanziamenti e che della libera concorrenza, in fatto di formazione e istruzione, anche ieri tra quella gente non interessava a nessuno. Ovviamente Lei ha già smentito molte delle pessime cose dette ieri, a conferma di quello che un grande autore come Ennio Flaiano, in questi ultimi tempi finalmente ristampato, scrisse. E cioè che la situazione, purtroppo, è grave, ma non seria! So che non me ne vorrà, anche perché non mi leggerà senz’altro.