Il prèside Gianfranco Carloni, uno dei diciotto firmatari della lettera aperta sulle occupazioni studentesche, commenta l’incontro del 15 novembre scorso nel Salone dei Cinquecento.
L'incontro degli studenti a Palazzo Vecchio con i prèsidi c'è stato; e questo è già un avvenimento. Giustamente l'assessore Di Giorgi ha dedicato tempo alla presentazione dell'incontro. Il sindaco Renzi ci ha detto che eravamo nella sede più prestigiosa della città (ricca di monumenti di sommi artisti e già sede del Parlamento italiano). Anche gli studenti c'erano. Però mi è mancato qualcosa: non ho trovato la vivacità, l'entusiasmo o la rabbia dei giovani. La protesta per il "soffitto che perde acqua" o per "i topi nel cantiere vicino", giustificano poco (o troppo in fretta) l'occupazione e la protesta "politica" nella scuola. L'assessore Di Fede ha spiegato ai ragazzi che il "patto di stabilità" gli impedisce di intervenire. Ma l'aveva già fatto in tutte le scuole dove è stato a fare visite e sopralluoghi, in tutte le assemblee alle quali ha partecipato. C'é stato l'orgoglio di alcuni rappresentanti degli studenti per aver promosso "cogestione" (con chi?), con tre assemblee al giorno (quante presenze?), su tanti temi (con quali esperti?). Il tutto rimane un bell'esercizio di autarchia (con quali risultati?). E' vero che qualche provocazione c'è stata: contro i giornali che non pubblicano quanto richiedono gli studenti, contro qualche preside che ha preteso la giustificazione per partecipare ad un'assemblea cittadina; e quella di una madre contro i 18 presidi che vogliono impedire il "libero esercizio democratico di occupazione" agli studenti. Ma tutto questo mi pare poco e, principalmente, non siamo entrati "in tema", non ci sono state conseguenze e, meno che meno, conclusioni.
Apprezzabili tutti gli interventi di Valerio Vagnoli, non solo per i contenuti (che riprendevano e ampliavano i contenuti della lettera firmata), ma per il tono, la passione, il coinvolgimento, la richiesta di co-responsabilità, l'invito a riflettere sui danni fisici alla struttura e al lavoro della scuola, il tutto fatto con voce alta e decisa. Solo il direttore del Corriere Fiorentino, Paolo Ermini, è stato per qualche minuto altrettanto forte, nel contestare il modo e le affermazioni fatte da uno studente sul ruolo della stampa. La collega Addabbo di Porta Romana va apprezzata per essere stata diretta ed esplicita nel dare giudizi sul comportamento "illegale" degli studenti. A questo proposito bisogna ricordare che i due assessori, e in parte il sindaco Renzi, hanno accettato la possibilità dell'occupazione come forma di pressione, senza però catalogarla come "reato!"